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In Ticino i video dei festini hard del Vaticano?

Il presidente della "Rete abuso", che aiuta le vittime di violenze da parte dei sacerdoti, afferma che le prove sono nella cassaforte di un notaio di Lugano
Foto Keystone / AP Gregorio Borgia
In Ticino i video dei festini hard del Vaticano?
Il presidente della "Rete abuso", che aiuta le vittime di violenze da parte dei sacerdoti, afferma che le prove sono nella cassaforte di un notaio di Lugano
LUGANO - Un notaio luganese custodirebbe nella sua cassaforte prove video di presunti festini hard che si svolgerebbero tra le mura del Vaticano. Lo scrive il domenicale il Caffè, che ha intervistato il presidente della "Rete abuso&q...

LUGANO - Un notaio luganese custodirebbe nella sua cassaforte prove video di presunti festini hard che si svolgerebbero tra le mura del Vaticano. Lo scrive il domenicale il Caffè, che ha intervistato il presidente della "Rete abuso" Francesco Zanardi. L'associazione che guida si occupa di fornire assistenza alle vittime di violenze da parte di sacerdoti, e segnala puntualmente ogni caso ricevuto alla Polizia.

 

Una "missione", quella di Zanardi, nata dall'episodio di abuso da lui stesso subito da adolescente, e che lo porta a girare in tutta Europa alla ricerca di preti pedofili. La rivelazione gli sarebbe stata fatta due anni fa da un imprenditore, nel pieno dello scandalo del Corvo in Vaticano (ovvero una persona, identificata nel cameriere del Papa Paolo Gabriele, che aveva accesso a carte riservate e che le passò alla stampa). La sua fonte si sarebbe detta disgustata da certi comportamenti in netto contrasto con l'aura di sacralità che il Vaticano dovrebbe avere. "Ho preso il suo racconto con le pinze" ha spiegato Zanardi al giornalista Mauro Spignesi. "Ho capito, però, che qualcosa di vero c'era".

 

L'uomo avrebbe fatto una lista di nomi e cognomi, con relativi numeri di telefono, dei partecipanti a queste presunte feste. Diceva anche di avere delle prove documentali: dei video. "Ho chiesto quei filmati, ma non li ho mai avuti" aggiunge Zanardi. L'imprenditore poi sparì, per ricomparire dopo qualche tempo, dicendo che i filmati erano stati affidati a due notai: uno di Roma, l'altro di Lugano. Zanardi ha raccolto tutte le informazioni di questa fonte, e le ha girate alla Procura di Savona, la località ligure dove ha sede la sua associazione. E' stato aperto un fascicolo per adescamento, in quanto l'eventuale reato di violenza si sarebbe concluso in uno Stato estero: il Vaticano.

 

"Non so se questa storia sia vera e sino a che punto" conclude Zanardi, "questo lo dovranno dire i giudici. Io avevo uno scrupolo di coscienza ed è per questo che sono andato in Procura a raccontare tutto".

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