"Prostitute obbligate a fare il test dell’HIV? False sicurezze"

Critiche alla nuova legge sulla prostituzione. Vincenza Guarnaccia di Aiuto AIDS Ticino: "Una ragazza può contrarre il virus da un giorno all’altro, non ci sono certezze matematiche"
BELLINZONA – Prostitute obbligate a sottoporsi regolarmente ai controlli sanitari? La misura fa parte della nuova legge sulla prostituzione presentata giovedì mattina a Bellinzona dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. Ma è un dettaglio che non fa l’unanimità. Già nel primo pomeriggio Ulisse Albertalli, boss dell’Oceano, il principale bordello del Ticino, aveva tuonato: “A cosa serve l’obbligo dei controlli sanitari? Una può fare il test dell’AIDS oggi, e domani mettersi a rischio e dunque essere contagiata…”
Diagnosi mutevole - Sulla questione abbiamo interpellato anche Vincenza Guarnaccia, consulente di Aiuto AIDS Ticino, da anni a contatto con il settore della prostituzione. “Noi siamo contro gli obblighi. Anche perché l’obbligo di sottoporsi a test sanitari in questo caso rischia di essere controproducente e di dare false certezze sia alle ragazze sia ai loro clienti. Un test dell’HIV viene fatto in un preciso momento, ma poi le cose possono cambiare da un giorno all’altro, a seconda dei rapporti che la ragazza intrattiene. Il fatto che una prostituta si certifichi come ‘sana’ può essere pericoloso. Prima di tutto perché lei stessa potrebbe essere portata ad assumere comportamenti a rischio, proprio in virtù di questa sua situazione di salute. E poi perché i suoi clienti potrebbero pretendere da lei, dal momento che è ‘dichiaratamente’ sana, di fare sesso in maniera non protetta, senza preservativo”.
Soldi extra - Per Vincenza Guarnaccia la strada da percorrere è un’altra. “L’unico obbligo su cui saremmo d’accordo è quello sull’uso del preservativo, a tutti i livelli. Per il resto bisogna puntare sulla sensibilizzazione. Sia delle ragazze, sia dei clienti. Le prostitute devono capire quali sono effettivamente i rischi in gioco. La paura dell’AIDS c’è, e si sente. Purtroppo, soprattutto in tempi di crisi come questi, ci sono ragazze che per qualche centinaio di franchi in più sono disposte a mettere a repentaglio la loro salute. E poi anche il cliente, seppur in preda all’eccitazione del momento, deve essere più responsabile, si deve rendere conto del pericolo. Non si può illudere che basti un test, fatto giorni o magari mesi prima, per garantire un rapporto senza rischi al cento per cento”.
Veicoli di malattie - Infine Vincenza Guarnaccia spezza una lancia in favore delle ragazze a luci rosse. “Alcuni sostengono che le prostitute siano veicoli di malattie. La realtà è un’altra. Sono i comportamenti a rischio a portare i virus. E questo significa che la persona malata non per forza debba essere la prostituta, ma potrebbe benissimo essere anche il cliente”.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!