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BELLINZONA

Al fianco della madre malata: «Non ho più una vita sociale»

La testimonianza di chi ha scelto di prendersi cura di un familiare malato rifiutando l'idea del ricovero: «Dicono che finirò in burnout, ma per il momento resisto».
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Al fianco della madre malata: «Non ho più una vita sociale»
La testimonianza di chi ha scelto di prendersi cura di un familiare malato rifiutando l'idea del ricovero: «Dicono che finirò in burnout, ma per il momento resisto».

BELLINZONA - È una scelta che non ha mai rimpianto e che, ne è certo, non rimpiangerà mai, come lui stesso ci ha confidato. Dopo sei anni di assistenza alla madre affetta da Alzheimer, però, la vita di Massimo non è più la stessa. «Mi occupo di lei ogni giorno, ma ora sta diventando complicato».

Una vita stravolta - Dopo la diagnosi della malattia, il 50enne ha scelto di non ricoverare la madre in una struttura, ma di prendersene cura a casa. «Durante il giorno una badante mi dà una mano, così posso andare a lavorare. Ogni tanto anche mio fratello mi aiuta. Però è sempre più difficile, perché la malattia avanza».

Massimo è sempre stato vicino alla madre, oggi 86enne, fin dai primi segnali di difficoltà. «La mia vita, però, è cambiata completamente negli anni. Un esempio? Non posso più prendere impegni fissi. Gioco a calcio, ma capita spesso di dover tornare a casa di corsa per occuparmi di lei».

Alcune difficoltà - Anche viaggiare è diventato complicato. «È meglio che non mi allontani troppo. Riesco a farlo solo per qualche giorno, una volta all’anno, ma poi devo tornare a casa».

L’impatto più forte, però, riguarda la vita privata e quella professionale. «Sul lavoro è stressante: sono spesso preoccupato per lei e finisco per fare confusione». Le energie, intanto, si esauriscono. «Dopo averla assistita per tutta la sera, spesso sono sfinito e non ho né il tempo né la forza di occuparmi delle mie cose».

«Dormo poco e non ho una vita sociale» - Tutto, ormai, ruota attorno alle necessità della madre malata. «Dormo poco e non ho più una vita sociale regolare». Un impegno fatto di continue rinunce. «All’inizio non era complicato, ma ora la malattia è a uno stadio troppo avanzato. Prima andavamo insieme a fare la spesa, uscivamo per una passeggiata. Ora, a volte, nasconde la dentiera e non riusciamo più a trovarla. Non è mai scappata di casa, ma è già successo di trovarla a terra. Una volta si è rotta il femore: un grosso spavento, non riusciva più a muoversi. Abbiamo chiamato il pronto soccorso e l’hanno ricoverata in ospedale».

Nonostante tutto, Massimo ha trovato sostegno negli amici. «Li vedo poco, a causa degli impegni. Qualcuno mi dice che sono al limite e che finirò in burnout, ma per ora resisto». Il rischio di cedere a un mix di stanchezza fisica ed emotiva, unito alla costante preoccupazione, però, resta sempre dietro l’angolo per chi si prende cura di un familiare malato.

Una persona su quattro - La testimonianza di Massimo non è infatti un caso isolato. In Svizzera, una persona su quattro si prende cura regolarmente di una persona cara in situazione di malattia, di disabilità o in età avanzata.

Si tratta però di una realtà spesso poco conosciuta. Per sensibilizzare alla tematica, il prossimo 30 ottobre dieci cantoni, fra cui il Ticino, organizzeranno la dodicesima edizione della Giornata dei familiari curanti per sottolineare l’importanza di chi assume questo ruolo, spesso svolto lontano dai riflettori e non retribuito.

Una rete di sostegno - Nel 2013, su iniziativa di diversi enti attivi sul territorio, è nato il gruppo Familiari curanti, con l’obiettivo di promuovere una cultura che valorizzi e sostenga il ruolo di persone come Massimo.

Oltre a favorire la riflessione sui bisogni di questa categoria, il gruppo offre momenti di informazione e di confronto, in particolare attraverso l’organizzazione di convegni e incontri pubblici.

Dal 2019 il Dipartimento della sanità e della socialità ha assunto il ruolo di coordinatore del gruppo, dando vita alla Piattaforma familiari curanti.

All'Asilo Ciani, una giornata per il loro benessere
Su iniziativa di Calendar People il 16 novembre prossimo si terrà una giornata dedicata al benessere dei familiari curanti con lo slogan #prendersicuradichicura. Un momento «in cui poter tornare a respirare. Grazie ad attività alternative e a seminari coinvolgenti sarà promosso il benessere personale e relazionale». Il progetto è frutto di una campagna di crowdfunding aperta su Progettiamo.ch che permette l'ingresso omaggio a chi vorrà partecipare. Tutte le informazioni, per contribuire o partecipare, le trovate cliccando qui.

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