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TORRICELLA-TAVERNE

«Dagli anni '90 a oggi è cambiato tutto, e non in meglio»

Lo Shark Hard Music di Taverne festeggia i suoi 30 anni... suonati. Cep ci racconta un traguardo dolceamaro: «Una volta i clienti ti chiedevano consigli, oggi quasi ti ricattano».
«Dagli anni '90 a oggi è cambiato tutto, e non in meglio»
Davide Giordano
«Dagli anni '90 a oggi è cambiato tutto, e non in meglio»
Lo Shark Hard Music di Taverne festeggia i suoi 30 anni... suonati. Cep ci racconta un traguardo dolceamaro: «Una volta i clienti ti chiedevano consigli, oggi quasi ti ricattano».

TAVERNE - Nella fotografia sbiadita, una station wagon color acciaio con un vistoso adesivo giallo e arancione - la scritta è “Shark Hard Music” - parcheggiata a ridosso di un campo. «Quando ho iniziato qui era così, non c'era praticamente niente», conferma Alberto “Cep” Ceppi, «oggi è tutto diverso».

Là dove c'era l'erba, infatti, oggi c'è il Centro Carvina - con i suoi negozi e servizi - e tutto il complesso di Via Industria di Taverne.

Sul tavolo del bancone, Cep appoggia altre foto: «Così è come mi hanno dato il locale, era il 1995. Non sembra un film post-apocalittico? Poi a un certo punto ci ho montato anche una di quelle sfere da discoteca», scherza continuando a sfogliare i ricordi, «sono sempre stato un grande appassionato di musica e a un certo punto ho pensato di aprire il mio negozio. Volevo qualcosa di “fatto bene” e che mi rappresentasse. Ho preso tutti i risparmi dell'apprendistato e sono partito così, da solo e dal nulla».

Shark Hard Music nasce così, una realtà forse di nicchia ma con le idee chiare, un punto saldo per gli appassionati di musica del Luganese e non solo: vendita di strumenti, amplificazione e quant'altro, ma anche consulenza, liuteria e riparazioni di elettronica e hi-fi.

«Una volta con i clienti c'era un confronto, ti chiedevano consigli e tu potevi indirizzarli su quale strumento scegliere e sulle differenze fra vari marchi e prodotti», continua Cep, «in questo modo si creava un legame di fiducia, oggi purtroppo non è più così».

Trent'anni sono tanti, e non sono cambiati solo il territorio e la sua scena musicale, ma anche il mondo della musica fruita e suonata: «Oggi la gente si fa un'idea chiara, o meglio pensa di farsi un'idea chiara, su YouTube e Instagram fra canali e influencer. Poi cerca un po' sul web e solo alla fine contatta il negozio».

Quello che ne salta fuori, nel caso di Cep, non si può proprio definire costruttivo: «Spesso finisce che tentano di ricattarti dicendo: “Su internet questo è il prezzo, o me lo fai così oppure niente” come nel peggior mercato di quartiere. Non capiscono che le logiche dei grandi rivenditori online non si possono applicare a un negozio».

Quello che resta, alla fine, è un po' l'amaro in bocca: «È un peccato perché il piacere nel mio lavoro è anche quello di aiutare a trovare lo strumento o l'equipaggiamento giusto per la persona giusta, oggi affidandosi ciecamente al web si finisce anche per acquistare la cosa sbagliata, rimettendoci non solo i soldi ma in alcuni casi anche la passione».


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