«Ciò che oggi sembra gratis, lo pagheremo tutti con gli interessi domani»

Premi di cassa malati in continua ascesa. Il monito del dottor Christian Garzoni: «In Ticino c’è un sovraconsumo. Il voto di domenica? Non risolve il problema».
Premi di cassa malati in continua ascesa. Il monito del dottor Christian Garzoni: «In Ticino c’è un sovraconsumo. Il voto di domenica? Non risolve il problema».
LUGANO - Nel 2026: + 7,1%. Il previsto nuovo aumento dei premi di cassa malati suscita indignazione in tutto il Ticino. E nemmeno la vittoria alle urne delle due iniziative popolari, quella socialista e quella leghista, riesce ad allontanare del tutto le preoccupazioni. «Si punta spesso il dito contro medici, assicuratori o politici. Ma sarebbe necessario fare una riflessione più profonda», afferma Christian Garzoni, infettivologo e presidente di mediX ticino, la prima rete di medici di famiglia indipendenti in Ticino.
D’accordo. Partiamo dall’ennesima impennata prevista.
«I premi non crescono per capriccio. Vengono calcolati in base alle spese sanitarie effettive della popolazione. E il dato è chiaro: un ticinese spende in media circa 5'900 franchi all’anno, ovvero il 25% in più rispetto a un cittadino svizzero medio che necessita 4'700 franchi. Di conseguenza, i premi qui sono più alti. È matematico».
Ma secondo lei qual è il vero nodo del problema?
«Il nostro sistema sanitario è un’eccellenza: garantisce cure di qualità, accessibili, senza lunghe attese e vicino a casa. Ma non può sopportare all’infinito sprechi, abusi e utilizzi ingiustificati».
Abusi?
«Quante volte come medici ci sentiamo dire: “Con quello che pago, ci mancherebbe che non lo passi alla cassa malati!”? Questo atteggiamento, purtroppo, è parte integrante del problema e va combattuto».
Possiamo entrare nel concreto?
«Parliamo di ricette retroattive per farmaci superflui, di terapie fisioterapiche non necessarie, di un uso improprio degli Spitex, di visite mediche di base o specialistiche superflue, di esami costosi senza reale indicazione, di ricoveri ripetuti senza beneficio. Oppure ancora: di farmaci originali prescritti quando esistono equivalenti generici, di cure prive di fondamento scientifico. Ognuna di queste pratiche, sommata alle altre, fa lievitare le spese complessive e, di conseguenza, i premi».
Come si esce da questa situazione?
«La sanità non è un supermercato, ma un bene comune. Non vale la logica del “tanto paga la cassa”. Ogni abuso ricade sull’intera collettività. Serve quindi un cambio di mentalità: più prevenzione, stili di vita più sani, e un uso consapevole e responsabile delle risorse sanitarie e dell’assicurazione malattia».
Ma non è utopico sradicare una mentalità così consolidata?
«Il sistema deve aiutare tutti, ma solo quando è davvero necessario. Dobbiamo responsabilizzarci come cittadini, evitando sprechi e combattendo in prima persona gli abusi del sistema. Dire basta agli sprechi significa garantire cure di qualità oggi e sostenibilità per il futuro. Ciò che spendo senza motivo oggi, lo pagheremo domani con i premi di cassa malati: la matematica non mente».
La votazione dello scorso weekend sancisce che i premi di cassa malati non devono superare il 10% del reddito disponibile.
«L'esito della votazione non risolve il problema. In Ticino c’è un sovraconsumo. E occorre frenarlo».





