Zanzare in ritirata? «Ci sono, ma fa caldo anche per loro»

Meno ronzii fastidiosi e meno punture da grattare, quest'estate l'insetto noioso per eccellenza sembra averci lasciato in pace. L'esperto tuttavia smentisce: «È solo un'impressione, presto torneranno a pungere»
LUGANO - Il caldo, la piscina, le grigliate. L’estate è ormai entrata nel suo vivo, ma la protagonista - sebbene indesiderata - della stagione, sembra questa volta mancare. Sì, stiamo parlando di lei, della zanzara. Quest'anno ronzii e punture sembrano essere diminuite: realtà o mera illusione? «I dati raccontano un’altra storia - ci dice (purtroppo) Diego Parrondo Monton, collaboratore scientifico Ecologia dei vettori, all’Istituto di Microbiologia della Supsi e responsabile dei programmi di sperimentazione con maschi sterili -. Il numero di uova rilevate con le nostre ovitrappole è in linea con quello dello scorso anno». Questo vale sia per la zanzara comune (Culex pipiens) sia per la zanzara tigre (Aedes albopictus).
Parrondo, a cosa è dovuto questo andamento?
«Le femmine pungono soprattutto da luglio a settembre. Però negli ultimi anni, abbiamo notato che la zanzara tigre tende a iniziare la sua attività qualche settimana più tardi, a causa di primavere più fresche e instabili. A inizio stagione (maggio) abbiamo meno uova e adulti, poi con il caldo le popolazioni crescono rapidamente, raggiungendo i livelli usuali di luglio, che ora sono da considerare bassi grazie alle misure di controllo applicate».
Non possiamo cantar vittoria, dunque.
«Il gran caldo non ne favorisce la sopravvivenza. Essendo insetti estremamente piccoli e sensibili al calore, le zanzare tigri cercano riparo nelle siepi e in zone ombrose. Sono attive soprattutto al mattino e al tramonto, quando le temperature sono più miti. Inoltre, stando più in casa, siamo semplicemente meno esposti. Nelle prossime settimane dovremo quindi aspettarci una crescita delle densità, con la schiusa delle uova. Più femmine ci sono e più uova vengono deposte e quindi la popolazione tenderà ad aumentare, fino a crescere esponenzialmente, raggiungendo il picco ad agosto».
Come si contrasta la diffusione della zanzara, soprattutto la tigre?
«Indispensabile è il lavoro di squadra tra cittadini e autorità. I Municipi si occupano regolarmente degli spazi pubblici, trattandoli con prodotti larvicidi biologici specifici per impedire lo sviluppo delle larve di zanzara da maggio a settembre. Ma l’80% dei focolai si trova su proprietà private: è lì che la battaglia si gioca davvero, ed è possibile vincerla».
Concretamente cosa si deve fare?
«Basta pochissima acqua per permettere alla zanzara tigre di riprodursi: anche solo un sottovaso o mezzo bicchiere lasciato all’aperto. L’acqua stagnante per più di una settimana è un rischio. Quindi bisogna controllare regolarmente le proprietà e svuotare.
Se ci sono tombini o pozzetti da cui non si riesce a rimuovere l’acqua, si devono trattare con larvicidi biologici da maggio a settembre. Molti Municipi li distribuiscono gratuitamente attraverso l’ecocentro o l’ufficio tecnico, oppure si possono acquistare nei negozi di giardinaggio o fai-da-te. E se qualcuno ha dubbi, può consultare il nostro sito: www.supsi.ch/go/zanzare, dove troverà informazioni e flyer esplicativi».
State anche conducendo uno studio sperimentale con maschi sterili. Di cosa si tratta?
«È una tecnica di controllo biologico chiamata Sterile Insect Technique. Rilasciamo nell’ambiente maschi di zanzara tigre sterilizzati in laboratorio. Non pungono, vivono solo pochi giorni e hanno un solo obiettivo: accoppiarsi con le femmine e renderle sterili.
A Morcote, dove abbiamo condotto il progetto per due anni, abbiamo osservato una riduzione della popolazione del 92% combinando questa tecnica con le misure di controllo tradizionali. Senza i maschi sterili la riduzione era del 70–73%. Un risultato molto promettente».
Potrebbe diventare parte integrante del piano di controllo cantonale?
«Si tratta di un’opzione realmente efficace che possiamo affiancare alle misure esistenti. I maschi sterili sono come piccoli alleati al servizio della salute pubblica: non pungono, non inquinano e possono aiutare a ridurre ulteriormente le infestazioni, limitando il rischio sanitario legato alle malattie trasmesse dalle zanzare».
Queste misure valgono anche per la zanzara comune?
«Per questa specie sono efficaci le stesse strategie usate contro la zanzara tigre, perché spesso si riproducono negli stessi luoghi. A differenza della tigre, vola di più, ma è attiva principalmente dopo il tramonto. Può sembrare meno presente, ma in zone dove si formano ristagni d’acqua o che tendono ad allagarsi, può comunque causare fastidio. Certamente è molto meno aggressiva e viene anch'essa monitorata».