Quei tagli “sospetti” nei boschi di Arcegno


Un disboscamento all'apparenza selvaggio, in alcune zone sembra si sia fatta tabula rasa: l'allarme dei cittadini. Ma è tutto regolare
Un disboscamento all'apparenza selvaggio, in alcune zone sembra si sia fatta tabula rasa: l'allarme dei cittadini. Ma è tutto regolare
ARCEGNO - Preoccupa il taglio dei boschi che sta imperversando in diverse zone di Arcegno. I cittadini, alquanto allarmati, denunciano una situazione che si sta protraendo da diverso tempo. Nei pressi di villaggio Pestalozzi, Ruino e dintorni sono diversi gli alberi abbattuti. In alcuni punti sembra che sia stata fatta tabula rasa. Il sospetto, ci viene detto, è che queste piante vengano buttate giù non solo perché malate o per mera manutenzione dell’assetto boschivo, ma per fornire la centrale a cippato di Losone.
Per fare chiarezza abbiamo interpellato Piero Salvan, segretario Patriziato di Losone. «Confermiamo che nei boschi di Arcegno sono in corso interventi di taglio. Questi lavori sono stati pianificati e realizzati in stretta collaborazione con l’Ufficio forestale cantonale, che ne ha coordinato le modalità e garantito il rispetto delle normative forestali vigenti», dichiara a tio.ch/20 Minuti.
Aggiunge inoltre: «Le ragioni alla base dei tagli sono principalmente di tipo forestale e ambientale: si tratta di interventi necessari per migliorare la salute del bosco, favorire la biodiversità, prevenire i rischi legati alla caduta di alberi instabili e contribuire al rinnovamento naturale delle superfici. In molti casi, si interviene su popolamenti differenti (ad esempio castagni) o su specie che non garantiscono più la stabilità del terreno o la sicurezza».
Un bosco sano, diversificato e resiliente - Gli facciamo notare che in alcune zone, come si può vedere dalle fotografie, i tagli appaiono visivamente importanti: «Lo comprendiamo - ci dice - ma ogni intervento è frutto di una pianificazione attenta e responsabile, con l’obiettivo di garantire un bosco più sano, diversificato e resiliente nel medio-lungo termine», spiega. Saranno piantumati nuovi alberi? «Per quanto riguarda il futuro delle aree interessate, sono previste sia misure di rinnovamento naturale sia, dove necessario, nuove piantagioni, sempre sotto la supervisione tecnica del Cantone». E per quanto riguarda la questione relativa alla centrale a cippato di Losone tiene a sottolineare: «Il Patriziato di Losone, proprietario dei boschi, è anche titolare dell’azienda forestale che opera sul territorio e azionista della ERL SA, la società che gestisce la centrale a cippato di Losone. Questa struttura organizzativa non è frutto di interessi economici speculativi, bensì di una visione integrata a beneficio dell’ambiente, della popolazione locale e del clima. La gestione del bosco, l’utilizzo del legname e la produzione di energia rinnovabile sono pensati come elementi coerenti di un’economia circolare, radicata sul territorio e orientata alla sostenibilità. L’utilizzo di parte del materiale legnoso a fini energetici (ad esempio sotto forma di cippato) rappresenta una valorizzazione efficiente di una risorsa locale, ma resta un effetto secondario rispetto alla priorità assoluta: la cura e la salvaguardia del patrimonio forestale».
Gli alberi ammalati per colpa del cambiamento climatico - Anche Giovanni Galli, ingegnere a capo dell’Ufficio Forestale 8° Circondario, conferma gli interventi in atto. «I lavori vengono eseguiti in base a progetti approvati e accompagnati dalla sezione forestale, in parte a seguito della grandinata dell’agosto di due anni fa che ha causato danni importanti ai boschi della fascia Ronco sopra Ascona-Losone». C’è poi il cambiamento climatico che incide sulla salute delle foreste: «Alberi come il castagno, ad esempio, subiscono le conseguenze, oltre alla proliferazione di vari patogeni che stanno portando alla graduale scomparsa di questa specie da parecchi boschi soprattutto nel locarnese». Si corre ai ripari cercando nuove soluzioni alternative con l’Istituto Federale di ricerca (WSL) di Cadenazzo. «Insieme alla sezione forestale si stanno testando altre essenze forestali e monitorando la situazione anche dal punto di vista di altre minacce fra cui la pressione della selvaggina e la diffusione delle neofite. Proprio a questo scopo, anche nella zona Pestalozzi, sulla superficie del taglio, sono state realizzate dal WSL delle recinzioni di controllo e studio. Sono state anche fatte piantagioni di nuove specie che meglio si adattano al clima del futuro». Una precisazione, infine, sulla centrale a cippato: «Chiaramente il legname di risulta degli interventi è valorizzato a Losone per garantire una filiera corta per l’energia rinnovabile per eccellenza, lo scopo principale però rimane la cura e soprattutto la rinnovazione del bosco».





