Una lettera firmata dalla direttrice di fedpol recapitata nella casella di posta elettronica mette in allarme. La polizia: «Non rispondete»
BELLINZONA / BERNA - Una mail dall’oggetto strano, poche frasi nel corpo del testo e un misterioso allegato che una volta aperto può rivelare una brutta sorpresa. Si tratta apparentemente di una lettera inviata dall'Ufficio federale di polizia (fedpol). L'intestazione riporta infatti il logo e la dicitura della Confederazione Svizzera. In fondo alla pagina timbro e firma, in questo caso, della (ormai ex) direttrice di Fedpol, Nicoletta Della Valle.
Il contenuto, scritto in tedesco, parla «di un procedimento legale» in atto nei confronti del destinatario della mail «a causa del sequestro» di un computer da parte delle autorità. All'interno del quale sarebbe stato rinvenuto del materiale pedopornografico riconducibile alla persona chiamata in causa. Vengono poi elencati i presunti reati: «pornografia infantile, pedofilia, cyberpornografia ed esibizionismo». E poi una richiesta: «Vi preghiamo di inviarci le vostre motivazioni via mail, in modo che possano essere esaminate e verificate entro un termine perentorio di 48 ore», a cui fanno seguito delle minacce: «Dopo questa scadenza saremo costretti a inviare un rapporto al tribunale della tua regione per emettere un mandato di arresto nei tuoi confronti. Il tuo fascicolo sarà inviato anche alle organizzazioni anti-pedofilia e ai media». Un contenuto allarmante insomma che può indurre chiunque a rispondere alla mail, nel tentativo di ricevere maggiori informazioni. Una risposta che potrebbe costare davvero caro.
«Si tratta di un fenomeno di email fraudolente noto come “fake extortion”», spiega la Polizia cantonale. «I reali mittenti agiscono camuffando parte del proprio indirizzo email per visualizzare il dominio di un servizio statale, ad esempio chfedpolministere@gmail.com, service.eu.fedpol@gmail.com, bundeskriminalamt.bka.de@gmail.com, fedpolswitzerland.ch@gmail.com...». I criminali «operano a livello internazionale, minacciano di avviare procedimenti penali contro i destinatari per aver visitato siti Internet con contenuti pedopornografici. I mittenti chiedono di essere contattati e di solito inviano allegati in formato Word o PDF. L’obiettivo è quello di ottenere informazioni personali o denaro».
I cittadini possono contribuire a combattere i criminali - Dal canto suo, la portavoce della FedPol Miriam Knecht sottolinea che questo tipo di truffa circola ormai «da qualche tempo». Sono diverse le mail di questo tipo e «a nome di diverse autorità. Oltre a fedpol si ritrovano lettere fraudolente firmate anche dal Dipartimento federale di giustizia e polizia, Europol e altri. Le firme utilizzate sono le più disparate: ad esempio quella del consigliere federale Beat Jans o dell’attuale direttrice di fedpol Eva Wildi-Cortés». Tuttavia «non è possibile stabilire con esattezza il numero di e-mail circolanti: è molto probabile che solo una parte di esse venga segnalata a fedpol», dice. «L'identificazione degli autori è impegnativa ed è fondamentalmente di competenza cantonale».
Cosa fare nel caso in cui si riceva questo tipo di mail? «Raccomandiamo ai cittadini coinvolti - prosegue Miriam Knecht - di non rispondere in nessun caso e di segnalare il tentativo di frode all'Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito dell'UFCS o sul sito della Prevenzione Svizzera della Criminalità. Se avete perso del denaro a causa di queste e-mail o siete stati vittime di un abuso di dati o di un ricatto, vi consigliamo di contattare la stazione di polizia più vicina e di sporgere denuncia penale».
Le raccomandazioni della Polizia cantonale - La Polizia cantonale raccomanda di attenersi alle «stesse misure precauzionali valide per tutti i tipi di email». Ossia:
• essere particolarmente cauti qualora un’email richieda un’azione, che si tratti di effettuare un pagamento, inserire password, dati della carta di credito o installazioni di software;
• non inserire mai dati sensibili su siti aperti tramite e-mail o SMS, meglio digitare personalmente l’indirizzo web;
• installare solo software provenienti da fonti ufficiali, mai da fonti sconosciute;• prestare attenzione alle incongruenze, come l’appellativo mancante, un link non ufficiale o le traduzioni mancanti, ecc.;
• in caso di dubbi rivolgersi alle autorità responsabili.