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«Covid devastante per la mente, e c'è chi ha cercato rifugio nella bottiglia»

CANTONE«Covid devastante per la mente, e c'è chi ha cercato rifugio nella bottiglia»

05.01.22 - 06:00
Anche così si spiega il sorprendente trend pandemico: meno chilometri percorsi, ma più incidenti gravi legati all'alcol.
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«Covid devastante per la mente, e c'è chi ha cercato rifugio nella bottiglia»
Anche così si spiega il sorprendente trend pandemico: meno chilometri percorsi, ma più incidenti gravi legati all'alcol.
Al volante in stato di ebbrezza. Come se la sicurezza alla guida fosse ormai un problema secondario. Se ne parla su Piazza Ticino con Laurent Pignot, portavoce del TCS, e Marcello Cartolano, specialista in dipendenze.

LUGANO - La sensazione di essere in un tunnel che non finisce mai. Scenari che mutano in continuazione. Ed è così che in questi due anni di pandemia per alcuni la bottiglia è diventata una valvola d'evasione. Tanto che di recente il Touring Club Svizzero (TCS) ha lanciato l'allarme. Evidenziando come nel 2020, nonostante gli spostamenti ridotti, il numero di incidenti gravi legati all'alcol sia esploso. «Meno chilometri percorsi, ma molti più morti o feriti – ribadisce il portavoce Laurent Pignot, ospite di Piazza Ticino –. È sorprendente. In Ticino ad esempio abbiamo 0,65 incidenti gravi ogni 10.000 abitanti. Ben al di sopra della media di 0,47 su 10.000». 

Ansia, incertezza e noia – Media che è già comunque parecchio alta visto il contesto. Giusto per fare un confronto, nel 2019 il dato nazionale, con gli spostamenti a pieno regime, si aggirava attorno allo 0,44 su 10.000 abitanti. Il problema, però, non è solo legato alla guida. Lo evidenzia Marcello Cartolano, specialista in dipendenze e presidente di Ticino Addiction: «Uno studio dell'OCSE fa notare che la Svizzera è messa male a livello di consumo di alcol. Vale anche per il Ticino. Il 4,3% degli adulti ha problemi di dipendenza. La pandemia, che porta con sé ansia, incertezza e noia, ha accentuato il problema del consumo nocivo di alcol in ambito famigliare. C'è stato un aumento di segnalazioni da parte di persone vicine a chi ha il problema. È tra le mura domestiche che si abbassa la guardia e che si cerca conforto nell'alcol».

«Misure già rigide per chi sgarra al volante» – La pecora nera della Svizzera resta il Canon Ginevra, con 1,01 incidenti gravi ogni 10.000 abitanti. Servirebbero sanzioni più severe per chi viene colto in stato di ebbrezza al volante? «Le sanzioni in Svizzera non sono per niente blande», replica Pignot. Cartolano aggiunge: «In Svizzera se ti ritirano la patente, devi poi fare un percorso lungo. Credo che basti questo. Non è lì che bisogna intervenire».

Un mix pericoloso – L'invito di Cartolano è quello di andare oltre. «Durante la pandemia si è parlato tanto di Covid, trascurando i disagi mentali che ne conseguono. In generale la popolazione è più nervosa, stanca. Questa continua incertezza sulle normative fiacca molto la salute mentale. E anche alla guida questo non aiuta. Il consumo di sostanze diventa un facile anestetizzante. È un mix pericoloso di cui ora dobbiamo prenderci cura».

«Riflessi attenti, anche se si hanno altre preoccupazioni» – «In ogni caso bisogna insistere sul fatto che la pandemia non va presa come pretesto – insiste Pignot –. I riflessi, dopo avere bevuto alcol, sono notevolmente limitati. È un aspetto che non va banalizzato anche se si hanno altre preoccupazioni. Va ricordato come siano soprattutto i mesi tra maggio e agosto quelli in cui ci sono stati incidenti gravi. Ci si è rilassati in un momento in cui si provava a tornare alla normalità. Comprensibile umanamente, ma la sicurezza deve restare al primo posto». 

 

 

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