I benefici del lockdown, inquinamento ai minimi storici in Ticino

Il taglio netto al traffico stradale ha avuto un effetto importante sulle emissioni di ossidi e diossidi di azoto.
BELLINZONA - Le restrizioni legate alla pandemia hanno fatto soffrire un po' tutti. Ma per la natura, conferma oggi il Dipartimento del territorio, sono state un toccasana.
Il fattore traffico - Nonostante le condizioni meteorologiche nel 2020 siano spesso state favorevoli all’accumulo di inquinanti nell’aria, le misure di contenimento della pandemia, e in modo particolare il periodo di lockdown, hanno causato una drastica diminuzione delle emissioni degli ossidi di azoto, delle quali circa il 70 % è prodotto dal traffico stradale. Ciò si traduce nel raggiungimento, per il terzo anno consecutivo, di nuovi minimi storici per le medie annue del diossido di azoto, si legge nella nota del Cantone.
Il fattore meteo - Per l’ozono e le polveri fini, la cui origine dipende da più fonti, la relazione tra le misure di contenimento e la variazione del rispettivo carico ambientale è invece meno marcata, con l’influsso della meteorologia che risulta essere preponderante. In questo senso, rispetto al 2019 le condizioni meteo durante i primi tre mesi, caratterizzate dall’inverno più mite in assoluto dall’inizio delle misurazioni, con i mesi di gennaio e febbraio eccezionalmente poveri di precipitazioni, hanno favorito un aumento generalizzato delle medie annue di polveri fini (PM10 e PM2.5), mentre un’estate meno calda e soleggiata ha portato a una diminuzione delle ore di superamento del valore limite orario per l’ozono.
Non tutto perfetto - Il diossido di azoto (NO2), l’ozono (O3) e le polveri fini (PM10) non hanno rispettato tutti i limiti stabiliti dall’Ordinanza contro l’inquinamento atmosferico (OIAt), specifica il Dipartimento del territorio, pur mantenendo il trend positivo rilevato negli ultimi anni.




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