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LUGANO

Lugano ha il suo nuovo punto di incontro, non solo per universitari

È stato inaugurato questa mattina il Campus Est Usi-Supsi, alla presenza (anche) di Guy Parmelin
Lugano ha il suo nuovo punto di incontro, non solo per universitari
Ti-Press (Pablo Gianinazzi)
Lugano ha il suo nuovo punto di incontro, non solo per universitari
È stato inaugurato questa mattina il Campus Est Usi-Supsi, alla presenza (anche) di Guy Parmelin
LUGANO - Dopo oltre dieci anni di lavoro è stato presentato oggi il nuovo Campus Est Usi-Supsi di Lugano-Viganello. «Una delle opere edilizie più importanti del nostro cantone, che rappresenta il futuro», stando alle pa...

LUGANO - Dopo oltre dieci anni di lavoro è stato presentato oggi il nuovo Campus Est Usi-Supsi di Lugano-Viganello. «Una delle opere edilizie più importanti del nostro cantone, che rappresenta il futuro», stando alle parole di Franco Gervasoni, direttore generale della Supsi. Un'inaugurazione nello spirito della «speranza e della positività in attesa della vita che porteranno gli studenti», ha detto Monica Duca Widmer, presidente del Consiglio dell’Usi.

Questa mattina era presente anche un ospite speciale: il presidente della Confederazione Guy Parmelin. «Sono orgoglioso di essere con voi oggi. Questo Campus è il risultato tangibile di una collaborazione che ha ben funzionato - ha dichiarato -. L'inaugurazione ha un significato particolare in questo momento particolare. Rendo omaggio alla forza e alla perseveranza proverbiale del Ticino. Il nostro paese ha bisogno di una tale energia». Il capo del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) ha lodato il lavoro svolto e il futuro della formazione. «Rendiamo omaggio alle istituzioni formidabili. Il Ticino non è solo terra di artisti, ma di architetti, di innovazione e di formazione». 

Il Campus rafforzerà le sinergie tra USI e SUPSI. «Sarà un luogo di incontro, di istruzione, trasmissione del sapere e produzione di nuovo sapere a beneficio di tutti - ha aggiunto Duca Widmer -. È la sfida, vinta, di chi ha voluto che anche la Svizzera italiana diventasse protagonista dell'evoluzione culturale ed economica del paese».

L'idea iniziale, rivoluzionaria, la ebbe Mauro Dell'Ambrogio del 2004: mettere sotto lo stesso tetto Usi e Supsi. «Abbiamo impiegato 17 anni, ma ce l'abbiamo fatta», ha spiegato nel suo intervento Alberto Petruzzella, presidente del Consiglio della Supsi e del Comitato di pilotaggio del progetto campus. «Abbiamo ancora qualche problemino da risolvere prima di chiudere i due dossier - ha aggiunto -, ma la missione è quasi compiuta. Siamo riusciti a costruire quanto previsto con i soldi che ci sono stati dati».

Boas Erez, rettore dell’Usi, ha voluto sottolineare la relazione con il territorio. «Questo è un campus che ha una grandissima piazza al suo interno, ha quattro grandi porte. È un campus che si vuole aperto sulla città - ha spiegato -. È nostra speranza che la cittadinanza venga a trovarci». Il sindaco di Lugano, Marco Borradori, ha dato seguito all'invito: «Il 2 ottobre 2017 c'è stata la posa della prima pietra - ha ricordato -. C'era un vuoto e ora c'è un pieno, con tante aspettative e speranze. Il campus è un polo di eccellenza in cui Usi e Supsi sono riuscite a collaborare in modo proficuo ed efficace fatto di dialogo e ascolto. La città universitaria cresce e fiorisce nel centro di Lugano». Per il sindaco «il campus sarà centro di collegamento e il fiume diventerà il punto focale, quasi la cerniera della città. La corte è un nuovo spazio, un simbolo di Lugano». 

Anche Manuele Bertoli, direttore del DECS, era presente all'inaugurazione. «L'apertura di questo luogo è un segno importante che il Ticino ha deciso di lasciare sul suo territorio, uno spazio pubblico rilevante votato al futuro e alla formazione - ha detto dal canto suo -. Che sia polo di formazione, ricerca, sviluppo e trasferimento di sapere».

Il consigliere federale non ha risparmiato qualche parola anche sul momento particolare: «Sono cosciente che la situazione attuale è molto pesante per tutti voi. Purtroppo la situazione straordinaria che stiamo vivendo richiede misure altrettanto straordinarie e le autorità sono obbligate a prendere decisioni a volte difficili da accettare. Avete tutta la mia comprensione - ha aggiunto -. Se da un lato possiamo considerarci privilegiati perché disponiamo di tecnologie moderne e mezzi all'avanguardia, capisco che tutto ciò non può sostituire i contatti personali, le discussioni nelle aule di lezioni, i laboratori e lo scambio di opinioni. Tutte cose che fanno parte della vita di studenti e ricercatori. Questo nuovo campus vi aspetta, per permettervi di imparare, confrontarvi e crescere».

Parmelin ha infine firmato il "libro d'onore", prima di recarsi all'esterno per il consueto taglio del nastro.

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