«Il Consiglio federale vuole una terza ondata in Ticino»

La Lega deplora la decisione di Berna di non voler rafforzare i controlli alle frontiere con l'Italia.
I leghisti invitano il Consiglio di Stato «a reiterare le proprie richieste di limitazioni della mobilità transfrontaliera».
BELLINZONA - Durante l'"ora delle domande”, la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter, rispondendo a Marco Romano, ha dichiarato che, malgrado la Lombardia sia da oggi tornata in zona rossa, la Svizzera non attuerà controlli sistematici alle frontiere italiane.
Una scelta, questa, che non è naturalmente piaciuta alla Lega dei Ticinesi: «Dall'Italia entrano tutti senza alcuna limitazione, né controllo», sbottano i leghisti che non si riferiscono solo agli oltre 70'000 frontalieri dichiarati, ma anche a coloro che vengono qui «per organizzare festini» - con chiaro riferimento ai fatti avvenuti alle medie di Locarno - «o per commettere reati».
I leghisti continuano sottolineando come sia «evidente» che il rischio di una terza ondata arrivi dalle frontiere. «Già un anno fa, il Ticino ha subito la prima ondata pandemica proprio a causa della libera circolazione delle persone con la Lombardia. Adesso - ammoniscono i leghisti - il Consiglio federale intende fare il bis».
Per questo motivo la Lega dei Ticinesi «condanna con forza» quello che definisce «lo scandaloso menefreghismo del Consiglio federale» e invita il Consiglio di Stato «a reiterare le proprie richieste di limitazioni della mobilità transfrontaliera».




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