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I Verdi sulla consegna pacchi: «Libero mercato o sfruttamento?»

Gli ambientalisti chiedono più controlli, ma anche contratti collettivi obbligatori
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I Verdi sulla consegna pacchi: «Libero mercato o sfruttamento?»
Gli ambientalisti chiedono più controlli, ma anche contratti collettivi obbligatori
BELLINZONA - Il mercato della consegna dei pacchi deve essere regolato da contratti collettivi obbligatori. A dirlo sono i Verdi del Ticino che esprimono sostegno ai dipendenti della DPD che «giornalmente sono confrontati con turni estenuanti e...

BELLINZONA - Il mercato della consegna dei pacchi deve essere regolato da contratti collettivi obbligatori. A dirlo sono i Verdi del Ticino che esprimono sostegno ai dipendenti della DPD che «giornalmente sono confrontati con turni estenuanti e salari da fame». Condizioni lavorative, continua il comunicato dei Verdi, «che sono inaccettabili e necessitano di un intervento sia a monte (con dei CCL) sia attraverso un sistema di controlli serio ed efficace». Negli scorsi giorni, ricordiamo, era stato il sindacato Unia a definire pessime le condizioni di lavoro del personale DPD.

Dopo la Posta la giungla - L’apertura del mercato della consegna dei pacchi, secondo i Verdi, ha portato all’abbassamento della qualità della gestione del personale. Un mercato. continuano, che fino a poco tempo fa era chiuso alla sola Posta Svizzera che garantiva, grazie al suo impegno sociale, condizioni lavorative ottimali. Oggi le aziende concorrenti, «il cui unico obiettivo - prosegue la nota stampa - è fare utile, sono obbligate a “spremere” i dipendenti per poter reggere il confronto con il gigante giallo. Un confronto che porta allo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori da parte delle società affiliate alla DPD (e affini), ma anche alla (nuova) necessità della Posta di alzare la guardia e peggiorare a sua volta le condizioni di lavoro per riuscire a rimanere concorrenziale».

Un monito contro la privatizzazione - In conclusione, Verdi del Ticino sperano che «queste derive a scapito della qualità del servizio e delle condizioni lavorative, siano un chiaro monito a chi intende continuamente privatizzare beni e servizi di prima necessità per profitto ma a scapito di chi si trova giornalmente sul terreno».

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