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CADENAZZO

Pirata della strada beccato a 157 km/h sull'80 sul Ceneri

Un 50enne del Luganese è stato fermato ieri pomeriggio in territorio di Cadenazzo
Tipress
Pirata della strada beccato a 157 km/h sull'80 sul Ceneri
Un 50enne del Luganese è stato fermato ieri pomeriggio in territorio di Cadenazzo
L'uomo è stato denunciato al Ministero pubblico e si è visto sequestrare il veicolo e ritirare la patente.
CADENAZZO - Sfrecciava a 157 chilometri orari su un tratto di strada, la vecchia cantonale del Monte Ceneri, il cui limite è fissato a 80. La folle corsa di un 50enne italiano domiciliato nel Luganese è però terminata ieri pomeri...

CADENAZZO - Sfrecciava a 157 chilometri orari su un tratto di strada, la vecchia cantonale del Monte Ceneri, il cui limite è fissato a 80. La folle corsa di un 50enne italiano domiciliato nel Luganese è però terminata ieri pomeriggio a Cadenazzo, dove la sua automobile è stata intercettata dalla polizia. 

L'uomo - precisa la Cantonale in una nota - è stato denunciato al Ministero Pubblico quale «pirata della strada» per grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. Al 50enne è stata immediatamente ritirata la patente e la sua automobile è stata sequestrata. 

Il pirata della strada di Cadenazzo non è però l'unico conducente dal piede pesante finito nel mirino delle forze dell'ordine ticinesi negli ultimi tempi. Altri quattro automobilisti erano infatti stati beccati - lo scorso 5 aprile - durante quattro distinti controlli effettuati in Leventina, nel Luganese e nel Bellinzonese. Il primo, un 20enne, era incappato in un controllo a Bodio mentre sfrecciava a 185 km/h sull'A2.  Gli altri tre viaggiavano rispettivamente a 160, 165 e 166 chilometri orari là dove il limite era di 120. 

Valvola di sfogo - Il problema dell'alta velocità ai tempi del Covid-19, d'altronde, è un tema conosciuto. La scarsa circolazione di veicoli e il nervosismo crescente possono portare anche a comportamenti sconsiderati. «Le strade vuote - spiega lo psicologo del traffico Benjamin Graber dell'Università di scienze applicate di Zurigo - possono certamente incoraggiare la guida veloce», precisando che molte volte l'automobile funge da «valvola di sfogo» alle preoccupazioni e a «convivenze forzate».

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