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Affare Preziosi: milioni a fiumi da Lugano

Il patron del Genoa sbarca in borsa con i soldi del Vaticano e due ex di Casinò e Bsi
Keystone/tipress
Affare Preziosi: milioni a fiumi da Lugano
Il patron del Genoa sbarca in borsa con i soldi del Vaticano e due ex di Casinò e Bsi
LUGANO - C'è un tassello ticinese, uno di Campione d'Italia e persino uno del Vaticano nella cordata a favore del signor "Giochi Preziosi", noto sia per i giocattoli che per essere il patron del Genoa. In cosa consiste l'operazione finanziari...

LUGANO - C'è un tassello ticinese, uno di Campione d'Italia e persino uno del Vaticano nella cordata a favore del signor "Giochi Preziosi", noto sia per i giocattoli che per essere il patron del Genoa.

In cosa consiste l'operazione finanziaria? In versamenti di denaro, non certo a fondo perduto, ma per fare cassa con la futura quotazione in borsa dell'azienda italiana leader del mercato nel settore dei giocattoli, che dovrebbe avvenire entro la fine dell'anno in corso.

Ed ecco che silenziosi si sono fatti avanti i finanziatori. E importanti somme di denaro sono state spostate da banche svizzere per partecipare all'investimento.

Il Vaticano e i soldi da Lugano - Uno dei principali attori di questa cordata è la Santa Sede. Il Vaticano - si legge sul Corriere della Sera -, avrebbe messo mano ai suoi conti luganesi (precisamente dalla Banca Zarattini con sede in via Balestra) con due bonifici, uno da dieci milioni di euro avvenuto in ottobre e uno successivo da tre milioni.

Ex Casinò ed ex BSI - Da pochi giorni all'affare si sarebbero aggiunti nuovi attori. Tra questi uno degli ex dirigenti del Casinò di Campione, Lucio Barresi, tra l'altro amico di Preziosi e che avrebbe partecipato con una quota di 3 milioni prelevati da un conto Credit Suisse. Il denaro verrebbe per ora infuso nel fondo maltese Centurion, con un capitale che ammonta a circa 70 milioni, che ha al suo vertice il 71enne Enrico Crasso, ex banchiere del Credit Suisse.

Vi sarebbe infine anche una quota di Enzo Filippini, ex capo della tesoreria della BSI, che ha investito 7 milioni.

Certezze circa il successo di questa operazione non sembrano essercene. Per ora ci sarebbe solo la parola di Preziosi, che da anni dice di essere pronto a quotarsi (se ne parlava già nel 1998). Sarà la volta buona?

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