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«A Baudo piacevo perché aveva capito che ero solo»

Oggi Alessandro Mara fa l'imprenditore, ma in passato ha calcato due volte il palco di Sanremo. Ecco il racconto del suo Festival
Keystone/Foto Pezzani
Alessandro Mara racconta il suo Sanremo
«A Baudo piacevo perché aveva capito che ero solo»
Oggi Alessandro Mara fa l'imprenditore, ma in passato ha calcato due volte il palco di Sanremo. Ecco il racconto del suo Festival
MELIDE - Alessandro Mara, 46 anni, nato e cresciuto a Modena, si è trasferito in Ticino ormai da una ventina d’anni. A Melide attualmente svolge la professione di fiduciario immobiliare e con la sua azienda DL Progetti si occupa di direz...

MELIDE - Alessandro Mara, 46 anni, nato e cresciuto a Modena, si è trasferito in Ticino ormai da una ventina d’anni. A Melide attualmente svolge la professione di fiduciario immobiliare e con la sua azienda DL Progetti si occupa di direzione lavori, controller e progettazione. 

Come è iniziata la sua carriera musicale?
«Negli anni ’90 cominciavo a scrivere le prime canzoni e tra queste c’era anche “Chiara”, un brano che mi sono totalmente autoprodotto. Per promuovere la canzone mi ricordo che la inviavo personalmente a tutte le radio regionali che iniziarono a passarla».

Dopodiché è arrivato Sanremo. 
«Fortunatamente le radio mandano le playlist alle case discografiche, la Cgd si è accorta di “Chiara” ed ha pensato di presentarla al Festival. A Pippo Baudo piacevo anche perché aveva capito che ero solo. La parte più stressante di Sanremo per me erano le prove, in cui sono presenti discografici e addetti ai lavori. Inoltre, alcuni concorrenti gareggiavano con canzoni scritte da autori che hanno fatto la storia della musica italiana, come Bigazzi e Mogol». 

Com’è il Festival dietro le quinte?
«Nella seconda partecipazione mi hanno fatto cantare subito dopo Tina Turner, me la sono vista uscire proprio mentre entravo io. Ho fatto un ascolto incredibile perché erano tutti ancora sintonizzati per la star. Dietro le quinte c’è veramente molta tensione proprio perché si è circondati da superospiti anche internazionali».   

Dopo Sanremo cosa è accaduto?
«Il disco era uscito nel giugno del 1996 e aveva venduto circa 30¦000 copie. Poi, con il mio amico Nicola Penta, sono entrato a far parte della Nazionale Cantanti, in cui ho conosciuto Eros Ramazzotti, un riferimento musicale molto importante per me. Lui ha prodotto il mio secondo album in cui si sentiva chiaramente la sua impronta. Ha deciso di farmi un regalo cantando con me il ritornello di “Amarsi cos’è”. Meraviglioso». 

Cosa ne pensa della musica di oggi?
«La metrica non esiste ormai più e i cantanti pensano di essere originali, ma in realtà scrivono testi incantabili. Secondo me i giovani devono stare attenti a non farsi abbagliare dalle facilità perché se non si fatica, difficilmente si riesce a raccogliere qualcosa».

La scelta di trasferirsi in Ticino ha cambiato la sua vita.
«Sì, a Riva San Vitale ho messo su famiglia: con mia moglie Laura abbiamo avuto un figlio, Federico, che oggi ha 16 anni. In Ticino mi sento ormai a casa. A Riva avevo anche il mio studio di registrazione e mi è venuta l’idea di organizzare il “Mara&Meo”, una manifestazione musicale per bambini trasmessa dalla Rsi». 

Ha qualche rimpianto?
«Sono orgoglioso del mio percorso artistico soprattutto perché l’ho fatto nel periodo giusto. L’era digitale ha portato sicuramente dei vantaggi, ma ha anche illuso sul fatto che registrare un disco sia facile. Questo aspetto mi ha convinto che forse la musica non era quello che volevo fino in fondo. In Ticino mi sono realizzato professionalmente, quindi devo molto a questa terra. Oggi ho il mio studio di consulenza fiduciaria e immobiliare a Melide e non ho rimpianti».

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