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LUGANOMacro-living: Artioli mette su casa… anzi Palazzo nel cuore di Lugano

07.11.19 - 06:01
I simboli del potere che muta. Dal “vecchio” Palazzo Mantegazza alla metamorfosi di Palazzo Albertolli dove il patron di Artisa andrà ad abitare. Manca solo l'ok del Municipio che decide oggi
TIO/20M/Giordano
Veduta di "Palazzo Artioli"
Veduta di "Palazzo Artioli"
Macro-living: Artioli mette su casa… anzi Palazzo nel cuore di Lugano
I simboli del potere che muta. Dal “vecchio” Palazzo Mantegazza alla metamorfosi di Palazzo Albertolli dove il patron di Artisa andrà ad abitare. Manca solo l'ok del Municipio che decide oggi

LUGANO - Non chiamatela Villa che è assai riduttivo, più azzeccato definirlo “Palazzo Artioli”. Manca infatti un niente affinché il patron di Artisa, l’imprenditore Stefano Artioli, 59 anni tra pochi giorni, riesca a mettere su casa in una magione da sogno in centro città. Da quando, a metà settembre, è stata pubblicata la domanda per cambiare la destinazione d’uso di Palazzo Albertolli, in via Canova, è iniziato il conto alla rovescia per un trasloco che... scompagina anche i simboli del potere a Lugano. 

La casa-deposito - Quel niente che manca è sul tavolo del Municipio che nella sua seduta odierna dovrebbe, secondo quanto appreso, decidere se rilasciare la licenzia edilizia per riportare ad uso abitativo lo storico edificio costruito ad inizio Ottocento da Grato Albertolli. Uno stabile che trasuda più denaro che storia. Un po’ come il deposito di Paperon de' Paperoni, Palazzo Albertolli è stato dal 1928 sede luganese della Banca Nazionale Svizzera e non ha mutato pelle nel 2006 quando venne venduto dalla BNS alla banca privata sangallese Wegelin. È l’epoca d’oro della coppia Masoni-Moor che tramonta anch’essa sotto la nuova insegna di banca Notenstein. Le cifre? Custodite gelosamente. L’unica nota, ma ormai vecchia e oltretutto indicata al ribasso, è quella dei 6,4 milioni di franchi fissati da BNS per la vendita. Ma l’offerta di Wegelin superò nettamente tale cifra. 

Caveau a prova di furto - Sono scolpiti nella pietra, invece, i metri quadrati di superficie che daranno filo da torcere al nuovo inquilino che intende farne un uso “unifamiliare”. Sarà comunque un’impresa anche per lui arredare i 960 mq dei tre piani fuori terra, più sottotetto e due piani sotterranei dove c’è un caveau a prova di furto. Gli interventi previsti sui circa 1500 mq saranno “poco invasivi”. Di fatto si tratterà di scrostare la pellaccia degli arredi fissi bancari e dare quel tocco più o meno lussuoso di abitabilità al tutto.

La sfida dei Palazzi - Pur non essendo un’operazione di facciata, che peraltro come l’edificio risulta bene protetto, non sfugge il simbolismo che accompagna la mossa di Artioli. Che andrà a vivere a quattro passi dal cuore politico cittadino. Una scelta che contrasta con altri facoltosi luganesi che hanno piantato villa in realtà collinari più discrete e nascoste (uno per tutti il Ceo di Ubs Ermotti). Più azzeccato invece appare il confronto con Palazzo Mantegazza, simbolo di un potere, anche immobiliare, sfidato ora dal nuovo che avanza.

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