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CANTONEQuando il migliore amico dell'uomo è un bastone

15.10.19 - 09:53
Oggi è la Giornata mondiale del bastone bianco, mezzo ausiliario indispensabile per persone cieche e ipovedenti. Unitas per il 2019 punta sull'autonomia, in casa e per strada
Cristiano Proia / Davide Giordano
Quando il migliore amico dell'uomo è un bastone
Oggi è la Giornata mondiale del bastone bianco, mezzo ausiliario indispensabile per persone cieche e ipovedenti. Unitas per il 2019 punta sull'autonomia, in casa e per strada

BELLINZONA - Cosa significa vivere al buio? O, seppure non completamente “a luce spenta”, ritrovarsi a eseguire le azioni di vita quotidiana nonostante un grave andicap visivo? Sono 325’000 gli svizzeri che potrebbero rispondere a questa domanda, di cui 10’000 sono ciechi. In Ticino sono più di 1’000 gli utenti di Unitas, l'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera Italiana. Si tratta di persone che purtroppo sono spesso invisibili a chi invece di problemi agli occhi non ne ha.

Oggi la Giornata mondiale - È anche per questo che il 15 ottobre è dedicato alla Giornata mondiale del bastone bianco. Un mezzo ausiliare che funge da migliore amico per ciechi e ipovedenti. Quale fido accompagnatore, infatti, il bastone assume tre ruoli fondamentali: funge da elemento di riconoscimento (chi lo impugna rende visibile il suo andicap), consente di farsi notare dagli utenti della strada (segnalando l’intenzione di volere attraversare) e serve per proteggersi (tastare il terreno, sentire gli ostacoli e valutare l’altezza degli scalini).

Autonomia in casa e fuori - Per il 2019 la campagna di Unitas si è concentrata su Bellinzonese, Tre valli superiori e Grigioni italiano. Con lo slogan “NOI CI SIAMO! ... anche in casa” al centro dell’attenzione è stata posta l’autonomia che persone cieche e ipovedenti possono mantenere grazie a mezzi ausiliari adeguati e altre soluzioni pratiche. Lo scorso anno la videocamera di tio/20minuti ha seguito ciechi e ipovedenti per mostrare le difficoltà che riscontrano queste persone nella vita di ogni giorno, ma soprattutto aiutare chi non ha andicap visivi a capire come può rendere più semplice la loro mobilità. Gli automobilisti, ad esempio, hanno l'obbligo di dare la precedenza ai pedoni ciechi che indicano di volere attraversare la strada alzando il bastone bianco, anche se non si trovano sulle strisce pedonali.

Le voci di chi lo vive ogni giorno - Unitas, dal canto suo, ha raccolto tre testimonianze di persone che vivono confrontate con problemi di vista. Claudia Cais lavora per l’Amministrazione cantonale e grazie a mezzi ausiliari e una grande organizzazione, vive in un appartamento tutto suo: «Quando ero ragazza ci chiamavano mongoli, ora sono tornata la Claudia cresciuta da bambina, sono tornata a stare bene con me stessa». Anche Elio Medici, pensionato, vive ogni giorno autonomamente e si occupa di novità informatiche utili ai ciechi. Ha un’idea ben precisa della vita: «Ho imparato a dirmi che ciò che non potevo o non posso fare oggi non appartiene alla mia vita». Maria Lavizzari è sposata con Marco, cieco ormai da 23 anni. «Ho dovuto imparare a essere gli occhi di mio marito». Lui sensibilizza giovani, forma volontari, fa l’animatore nelle settimane montane delle scuole. Lei ha trovato l’equilibrio: «Lo accompagno e lo guido laddove è necessario, ma non mi sostituisco mai a lui. Devo rispettare la sua libertà».

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