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«La vita di noi ciechi sarebbe migliore se…»

CANTONE«La vita di noi ciechi sarebbe migliore se…»

24.01.18 - 19:31
Siamo andati in giro con ipovedenti e ciechi che ci hanno spiegato come possiamo facilitare la loro mobilità
tio.ch/20 minuti
«La vita di noi ciechi sarebbe migliore se…»
Siamo andati in giro con ipovedenti e ciechi che ci hanno spiegato come possiamo facilitare la loro mobilità

LUGANO - Sono circa 320’000 le persone con disabilità visiva o cieche che vivono in Svizzera*. Unitas, l'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera Italiana, conta 1'263 utenti. Si tratta di persone che vivono nel buio, parziale o totale, e che spesso sono “trasparenti” agli occhi di chi invece problemi alla vista non ne ha.

Ipovedenti e ciechi cercano di condurre una vita autonoma, anche grazie ai mezzi che possono essergli messi a disposizione. Abbiamo incontrato Massimo Rodesino, responsabile del servizio tiflologico di Unitas, che ci ha spiegato quali accorgimenti potrebbero migliorare la vita quotidiana di chi soffre di gravi problemi alla vista.

«La mobilità delle persone cieche e ipovedenti può essere migliorata grazie all'aiuto di tutti - ci spiega -. Gli automobilisti, ad esempio, hanno un obbligo di cui spesso non sono a conoscenza: ai pedoni ciechi che indicano di volere attraversare la strada alzando il bastone bianco deve sempre essere accordata la precedenza, anche se non si trovano sulle strisce pedonali».

Incontrando una persona con problemi di vista che si trova in evidente difficoltà, inoltre, sarebbe opportuno «domandarle se ha bisogno di aiuto. C'è chi è autonomo - conclude Rodesino - e chi lo è di meno. Ma un aiuto specifico nel momento giusto, è sempre ben accetto».

*studio dell'Unione centrale svizzera per il bene dei ciechi (UCBC)

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