Crotta-Patti Chiari, il caso è chiuso

I giornalisti che si occuparono dell'inchiesta, seppur bacchettati dalla procuratrice pubblica, non possono essere accusati di diffamazione e calunnia
LUGANO - Il Ministero pubblico ha deciso di firmare un decreto d’abbandono che di fatto assolve i giornalisti di Patti Chiari che si erano occupati del servizio "Verdure indigeste". Inchiesta in cui venivano denunciate le condizioni igieniche all'interno dell’azienda agricola Enzo Crotta SA di Muzzano. A seguito della trasmissione - ricordiamo - molti clienti che si rifornivano presso l'azienda sottocenerina avevano deciso di annullare i contratti di fornitura, spingendo Crotta a denunciare la Rsi per diffamazione e calunnia.
Ma per la procuratrice pubblica Anna Fumagalli, come riferisce il CdT, l'impreditore non poteva ritenere il servizio ingiurioso, visto che l'aveva potuto visionare con largo anticipo, prima della messa in onda. Insomma, avrebbe dovuto opporsi prima della sua diffusione.
Fumagalli non ha però lesinato qualche bacchettata all'emittente di Comano, rea di «aver illustrato una situazione difforme dalla realtà circa l’igiene all’interno dell’azienda, con la pubblicazione di fotografie di dubbia attendibilità e verosimilmente create ad hoc da impiegati ed ex impiegati rancorosi. E con la pubblicazione di filmati girati in un momento in cui l’azienda si trovava in fine produzione, quindi con un maggior disordine».
Il servizio avrebbe quindi allarmato in modo eccessivo i consumatori, considerando pure che il Laboratorio cantonale non aveva riscontrato delle non conformità (e quindi dei potenziali pericoli) dal punto di vista chimico e microchimico.
Crotta ha deciso di non ricorrere contro la decisione.




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