In Ticino lavorano 2600 persone che non hanno finito la scuola dell'obbligo. Altre 3600 in disoccupazione. Il Cantone: «Rischio esclusione, importante aggiornarsi»
LUGANO - Nell'era 5.0 siamo tutti pluri-diplomati, con una o due lauree, master, Phd e quant'altro. Tutti? No. In Ticino c'è una comunità di “irriducibili” che, alla faccia dei tempi, continuano a cavarsela con la licenza di scuola media. Alcuni senza. Ma non se la passano così bene.
I numeri dell'Ustat - Lo dicono le statistiche dell'Ustat. Nel nostro Cantone su 170mila occupati, nel 2018 18.300 si erano fermati alla scuola dell'obbligo. Un numero ridotto, ma comunque pari a 2600 individui, nemmeno quella. Si tratta di persone che hanno iniziato a lavorare dopo le elementari, o di immigrati giunti in Ticino senza titoli di studio riconosciuti.
In fila per il lavoro - Non è una vita facile, comunque. Gli occupati sotto-istruiti sono impiegati soprattutto nel terziario (1641 persone) e nell'industria (753). Il numero è diminuito in modo stabile dal 2012 (quando erano oltre 6mila) mentre è aumentato quello dei disoccupati. Da 2500 nel 2010, quelli senza licenza media sono saliti a 3600. Sommati agli occupati, fanno 6200 persone. Senza contare gli sfiduciati, non iscritti agli uffici di collocamento.
«Rischio esclusione» - Per il Cantone il fenomeno è da tenere d'occhio. E si aggiunge al problema dell'analfabetismo “di ritorno”. «Una formazione limitata o incompleta non significa avere automaticamente scarse competenze. Ma è un fatto che chi ha più lacune è più a rischio di esclusione sociale e lavorativa» osserva Pepita Conforti, coordinatrice dei progetti per la promozione delle competenze di base per adulti del Decs. «Non a caso, nelle statistiche degli aiuti sociali troviamo sempre più persone con bassi livelli formativi».
Analfabetismo di ritorno - Il rischio aumenta con il passare degli anni. «Le persone tendono a perdere una parte delle competenze acquisite a scuola, e possono trovarsi impreparate alle sfide della società digitale» avverte Conforti. Per questo motivo, dall'anno scorso il Cantone ha promosso una serie di progetti di formazione. È stata attivata, a livello svizzero, una hotline per consulenze mirate (0800 474747). «La risposta è buona. A chiamare sono spesso i diretti interessati, ma anche parenti o amici, o i datori di lavoro. Cerchiamo di far capire alle persone che la formazione non può concludersi con la scuola. La società moderna richiede un aggiornamento continuo».