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CANTONEL'ACS ricorda Lauda, poi aggiunge: «Non demonizziamo il trasporto in auto»

22.05.19 - 12:29
Numerosi gli argomenti legati all’attualità della politica viaria che sono emersi durante l’assemblea dell’Automobile Club Svizzero, sezione Ticino
L'ACS ricorda Lauda, poi aggiunge: «Non demonizziamo il trasporto in auto»
Numerosi gli argomenti legati all’attualità della politica viaria che sono emersi durante l’assemblea dell’Automobile Club Svizzero, sezione Ticino

BELLINZONA - Sono stati numerosi gli argomenti legati all’attualità della politica viaria che sono emersi durante l’assemblea dell’Automobile Club Svizzero, sezione Ticino, martedì sera (21 maggio), presso l’Auditorium Banca Stato di Bellinzona.

Una sessantina i soci presenti, vari spunti all’ordine del giorno e numerose le autorità ospiti; al di là della votazione sui temi relativi alla gestione corrente, come l’approvazione unanime dei conti che, attraverso un leggero avanzo d’esercizio, attestano di un Club che si mantiene solido e che regge al difficile mercato odierno anche in termini di affiliati, sono state le varie relazioni ad assumere un ruolo di primo piano.

A introdurle, il municipale della Capitale, nonché presidente della Commissione dei trasporti del Bellinzonese e membro del Comitato centrale dell’ACS, Simone Gianini. A lui, il compito di portare il saluto da parte della città ospitante e d’illustrare i progetti, anche vincolati alla mobilità sostenibile, che contraddistinguono l’attività del nuovo Comune dopo la fusione. «Appoggiamo una visione intermodale tra i mezzi di trasporto a condizione che non si demonizzi l’auto. Importanti votazioni nazionali hanno plebiscitato sia il fondo dedicato allo sviluppo della rete ferroviaria sia quello a favore della strada. È necessario combinare i vettori esistenti, tralasciando gli estremismi, e renderli fruibili secondo un principio di vera libertà di scelta». Gianini, senza dimenticare un accenno alla pubblicazione dei piani per il semi-svincolo di Bellinzona, ha infine sottolineato l’essenzialità di essere partecipi in organismi nazionali come il Comitato centrale dell’ACS per far valere gli interessi del Ticino e per battersi contro piani di sviluppo controproducenti come le “zone 30” estese alle arterie principali (per questioni d’impatto fonico) che penalizzano fortemente la fluidità del traffico.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Consigliere nazionale Fabio Regazzi: «A Berna abbiamo bisogno di personalità che, in seno alla Commissione dei Trasporti, difendano sia gli interessi del settore sia le rivendicazioni del nostro Cantone, visti i grandi cantieri che attendono un finanziamento federale. I fondi per lo sviluppo della rete sono stati stanziati, ora bisognerà sgomitare affinché questi vengano investiti anche da noi. Già nella prossima legislatura si parlerà verosimilmente del collegamento veloce Locarno-Bellinzona e del sostegno al suo progetto di massima. In un orizzonte più ampio, toccherà alla terza corsia autostradale tra Mendrisio e Lugano. Dovremo essere bravi a giocare le nostre carte».

Un riferimento anche a “Via sicura”: «Il Governo, entro quest’anno, promulgherà un messaggio che riprende alcune proposte che avevo formulato in un’iniziativa parlamentare per allentare le pene minime e aumentare la discrezionalità da parte dei giudici. Questo non significa che si vogliano tutelare i veri pirati sui quali è giusto continuare a picchiare duro».

Fabien Produit, segretario generale dell’ACS, si è invece orientato maggiormente sul ruolo del Club e sulle novità che riguardano il presente e il futuro aziendale. Ha parlato di un'amministrazione stabilizzata, della necessità di continuare a incrementare il numero di soci per mantenere il giusto peso politico in seno alle istituzioni, di una collaborazione fruttuosa con il nuovo partner assicurativo e della rivoluzione digitale che, attraverso un sito internet ricco di contenuti e di molte opzioni dedicate alla fruibilità della clientela, verrà implementata entro il prossimo anno.

Giacomo Garzoli, presidente della sezione Ticino dell’ACS, ha toccato temi d’interesse locale, come la tassa di circolazione: «Le bocce non sono ancora ferme. Il Dipartimento ha optato per una formula, posta in consultazione a inizio 2019, che tiene conto al 70% delle emissioni di CO2 del veicolo e al 30% del suo peso con la conferma della riduzione complessiva del gettito di cinque milioni di franchi annunciata nel luglio 2018. Siamo contenti per questa restituzione, ma siamo scettici rispetto alle percentuali proposte. Occorre riequilibrare il rapporto tra peso ed emissioni di CO2 a favore del primo elemento. Il principio di causalità, che noi sposiamo, impone che questo prelievo sia calibrato maggiormente sull'utilizzo della strada. Nel frattempo, la nostra tassa di circolazione rimane una delle più care della Svizzera, e questo non può certo farci piacere».

Garzoli ha anche parlato della votazione che ha affossato la semaforizzazione sul Piano di Magadino: «Il risultato non deve certo far credere che la mobilità sulla tratta in questione sia soddisfacente. Anzi! Il messaggio che deve passare in modo chiaro è che l'attuale situazione non poteva essere rattoppata con un intervento provvisorio, ma deve al più presto essere corretta in modo definitivo realizzando il collegamento veloce».

La tornata d’interventi si è ultimata con il direttore dell’ACS sezione Ticino, Gianmarco Balemi, che ha illustrato qualche cifra di rilievo dopo il consolidamento del nuovo partenariato assicurativo: nel 2018 sono stati effettuati 19'896 interventi di dépannage (di cui l’88% in Svizzera e l’8% in Ticino). Molti anche coloro che hanno usufruito della Hotline per questioni mediche. Sempre grande l’impegno sui fronti sicurezza (con il Merlo Bianco, le campagne “Rifletti” e “Routinier”), sport e azioni per i soci.

Dopo un minuto di silenzio per onorare un protagonista assoluto del panorama agonistico come Niki Lauda (da poco scomparso) e la consegna degli omaggi ai soci veterani, la serata è stata conclusa con una breve intervista ai Campioni svizzeri Ivan Ballinari e Paolo Pianca. Al di là del grande sogno che si è avverato, hanno tenuto a sottolineare quanto il rally «sia uno sport praticato in tutta sicurezza, che deve essere visto come un esempio e una passione positiva per i giovani, non come una disciplina diseducativa».

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