Dopo quasi 44 anni (e un’ultima liquidazione prevista attorno a metà maggio) lo storico negozio di dischi in via Lodovico il Moro a Bellinzona cesserà definitivamente l’attività
BELLINZONA - Una scelta, quella di Claudio Scaramella - titolare del Pinguis -, ponderata a lungo e presa già da qualche mese: da una parte, motivata, comprensibilmente, «dagli acciacchi dell’età (non sembra, ma Claudio a breve compirà 67 anni), così come «dalla predilezione, soprattutto da parte dei giovani, della cosiddetta musica liquida» che, negli ultimi anni, «ha fatto colare a picco le vendite del supporto fisico».
Claudio, raccontami come tutto quanto ha avuto inizio...
«Prima di aprire il negozio, ho lavorato come impiegato al Disco Bar di Locarno. Era il 1969, un periodo d’oro: ricordo ancora le code di appassionati davanti all’entrata in attesa di accaparrarsi l’album - in vinile, cassetta o stereo8 - che usciva quel determinato giorno… Dopo due-tre anni, sempre a Locarno, ho lavorato per un periodo al Music Store per poi inaugurare, a fine settembre ‘75, il Pinguis qui a Bellinzona…».
Quanti clienti avevi al giorno all’epoca?
«Sessanta-settanta… Il negozio, devo dire, funzionava molto bene…».
Tanto rock, ma non solo…
«Rock, ma anche musica etnica, jazz, classica…».
Hai sempre dato una mano anche ai gruppi della zona… Chi ricordi, in particolare?
«Beh, Davide Van De Sfroos… Mi portò la cassettina con “La curiera”... Se ha avuto successo è grazie a me! (ride)».
Attorno alla metà degli anni Ottanta hai assistito da esercente alla prima rivoluzione del supporto sonoro: dal vinile e dal nastro (cassette e stereo8) buona parte degli appassionati, dei fruitori di musica, sono passati al cd: come è andata, esattamente?
«C’è stato, come dire… uno scambio automatico. E quasi tutti avevano deciso, sbagliando, di liberarsi del vinile: ricordo scatole zeppe di dischi destinate al macero…».
E tu, pur adattandoti a quello che era diventato il nuovo mercato, che hai fatto dei dischi in vinile che avevi in negozio in quel periodo?
«Li ho tenuti e, a poco a poco, li ho venduti…».
In fatto di qualità, anche tu, da quanto mi sembra di capire, propendi per il vinile, seppur “la battaglia” sia tuttora molto accesa tra gli appassionati…
«Direi di sì, se ascolti un vinile con un impianto adatto percepisci immediatamente la differenza… E questo senza contare che le copertine, in tantissimi casi, sono delle vere e proprie opere d’arte: tenerle tra le mani in tale formato fanno tutt’altro effetto... A vincere, diciamo, era stata la praticità del cd…».
Qual è la tua opinione sul grande ritorno del vinile, in particolare in questi ultimi 8-10 anni?
«C’è qualcosa che mi lascia perplesso: le fabbriche sono poche, ma la produzione è enorme. Non riesco a capire…».
Sulle ristampe, in particolare, è utile porre molta attenzione, giusto?
«Sì, certo. Va verificata la fonte sonora, l’etichetta… Anche il costo: se trovi ristampe a 15-20 franchi, c’è sicuramente qualcosa che non va…».
Da circa un decennio, la musica liquida sta portando i giovani a un ascolto sommario… Vuoi dare qualche consiglio a questi ragazzi?
«No, eviterei… Sono talmente assorti nelle loro applicazioni… (ride)».
Veniamo, come dire, al mercato… Quando, esattamente, hai iniziato a sentire la crisi?
«All’inizio del nuovo Millennio, ovvero quando è arrivato in Ticino il “grande colosso dal nord” che già il secondo giorno dopo l’apertura vendeva cinque chili di cd a 49 franchi».
E qualche tempo dopo è stato il turno della musica liquida…
«Gli ultimi quattro anni in particolare sono stati durissimi…».
Ora il negozio è chiuso, ma in maggio è in programma l’ultima liquidazione…
«Chi passerà troverà dell’usato a prezzi stracciati, ossia 45 giri a 2 franchi e 33 giri a 5-10 franchi, mentre sul nuovo il prezzo sarà ridotto del 50%. I cd, anch’essi, saranno in vendita a 5-10 franchi».
La parola ai clienti
«Primi vinili comprati da Pinguis a inizio primavera 1987: il “back-catalogue” degli U2 prima dell'uscita di “The Joshua Tree”... Quanti ricordi e aneddoti! Chiude l'ultimo dei Mohicani e vero negozio di dischi in Ticino. Grazie di tutto, ci mancherai!».
Christian, vinyl freak
«Ho cominciato ad apprezzarne la competenza e l’intraprendenza ai tempi del Music Store, negozio aperto dall’ex Night Bird Eliano Galbiati in città vecchia a Locarno. Oltre che un grande amico, Claudio rimane, in ambito musicale, uno degli addetti ai lavori che più stimo».
Giorgio Fieschi, giornalista
«Il Pinguis per me è la classica “bottega”, dove entravo per scambiare due chiacchiere in amicizia, accolto con calore da un appassionato che, mentre gratificava la mia curiosità musicale, mi faceva godere il privilegio sempre più raro dell’incontro personale. Inimitabile Claudio!».
Renato Reichlin, già direttore del Teatro Sociale e di LuganoInScena