Lezioni sempre più disertate. Solo il 41,8% le frequenta. Campanelli d’allarme anche nelle scuole comunali. Lo specialista don Rolando Leo: «Famiglie senza interesse, sono preoccupato»
BELLINZONA – Educazione religiosa cattolica sempre più in crisi nelle scuole medie ticinesi. Nell’anno scolastico 2006/ 2007, gli iscritti rappresentavano il 62%. Nel 2017/ 2018, il 41,8%. Un crollo verticale di oltre il 20%, che sembra destinato a incrementarsi. Nell’anno scolastico appena iniziato, infatti, il numero di iscritti sarebbe calato di altri punti percentuale. «I fattori che ci stanno portando a questa situazione sono molteplici – commenta don Rolando Leo, direttore dell’Ufficio per l’istruzione religiosa scolastica in Ticino – l’erosione è regolare. Ed è frutto di un andamento generale contraddistinto dalla secolarizzazione e da una certa insoddisfazione».
Elementari, ultimo baluardo – Mentre all’orizzonte (probabilmente da settembre 2019) si profila l’introduzione dell’ora obbligatoria di storia delle religioni, in quarta media, l’istruzione religiosa classica facoltativa è confrontata con una situazione senza precedenti. Alcuni campanelli d’allarme arrivano anche dalle scuole comunali, settore in cui al momento circa il 70% degli alunni frequenta le lezioni. Nel caso specifico delle elementari, a finire sotto accusa sarebbe il metodo di insegnamento di diversi sacerdoti.
Al passo con i tempi – Lo stesso problema, con altre sfumature e in maggiori dimensioni, lo si ritrova alle medie. «Un problema legato alla didattica c’è. In alcuni casi ci sono difficoltà nello stare al passo con i tempi. Eppure ci aggiorniamo regolarmente, abbiamo ottimi contatti con il Dipartimento formazione e apprendimento. Personalmente non darei tutta la colpa alla didattica. Uno può essere anche un mostro in didattica, ma se poi è arido nel rapporto umano tanto vale».
La cresima come spartiacque – Statistiche alla mano, si nota come il momento della cresima sia quello decisivo. Prima dell’appuntamento con la confermazione, i giovani sono ancora piuttosto legati all’istruzione religiosa cattolica. Poi si staccano. In prima media, circa il 57,1% dei ragazzi si iscrive ancora ai corsi di religione. In seconda media, si passa al 49,9%. Ma il tracollo arriva, in particolare, in terza media, dove la percentuale scende al 34,1%. In quarta media gli iscritti rappresentano, invece, solo il 25,51%.
Un’ora buca in più – C’è anche un altro aspetto da analizzare. E che alle medie ha un peso importante. Essendo l’ora di religione facoltativa, saltarla significa per gli allievi avere un’ora buca da dedicare ad altro. Sempre più spesso, inoltre, l’ora di religione viene confinata in momenti della giornata scomodi, come la pausa pranzo o il tardo pomeriggio.
Manca lo stimolo delle famiglie – Dettagli non da poco, secondo Don Leo. Anche se il responsabile cantonale per l’istruzione religiosa scolastica analizza la questione da una prospettiva ancora più ampia. «Ce la mettiamo tutta per rendere i corsi interessanti e attrattivi. Ma ci troviamo spesso di fronte all’incapacità delle famiglie di cogliere un senso valoriale nelle lezioni di religione. Gli allievi non sono stimolati, dai genitori in primis, a iscriversi ai nostri corsi purtroppo».
Non si vuole approfondire – Tradotto: se una lezione è considerata importante per la crescita personale dell’individuo, la famiglia dovrebbe essere in prima linea nel promuoverne la frequentazione. Così, in molti casi, non è. Anzi. «Viviamo in un’epoca in cui non c’è più tempo – conclude don Leo – sono preoccupato per il futuro. Ci si scattiva verso il mondo e verso quello che ha a che fare con la Chiesa, non si vuole più approfondire. È un peccato».