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Rimborso rifiutato al dodicenne: «No a una sanità disumana a due velocità»

Anche il PS commenta il caso del ragazzino colpito da tumore e condanna le blacklist
Rimborso rifiutato al dodicenne: «No a una sanità disumana a due velocità»
Anche il PS commenta il caso del ragazzino colpito da tumore e condanna le blacklist
BELLINZONA - Anche il Partito Socialista ci tiene a sottolineare la propria contrarietà alla «sanità a due velocità generata dal cinismo e dalle pratiche delle Cassa Malati», evidenziate dal caso del dodicenne ticines...

BELLINZONA - Anche il Partito Socialista ci tiene a sottolineare la propria contrarietà alla «sanità a due velocità generata dal cinismo e dalle pratiche delle Cassa Malati», evidenziate dal caso del dodicenne ticinese colpito da tumore cui è stato rifiutato il rimborso di un farmaco salvavita.

«Sanità a due velocità - proseguono i socialisti in una nota - generata anche dalle blacklist, di cui il Gruppo PS ha chiesto l’eliminazione con un’iniziativa parlamentare».

Anche i socialisti salutano positivamente la solidarietà della popolazione che ha permesso di raccogliere i fondi per il trattamento del dodicenne ritenendo tuttavia che non possa e non debba essere considerata una soluzione. Il PS ribadisce la «necessità di una cassa malati pubblica che impedirebbe questo genere di casi e una sanità disumana a due velocità».

«Il caso del bambino dodicenne - prosegue la nota - è allarmante. Il Partito Socialista ritiene che non sia accettabile che una cassa malati respinga il rimborso di un trattamento salvavita prescritto da medici specialisti, riconosciuto dall’Agenzia europea del farmaco (EMEA) a causa del mancato investimento in Svizzera della casa farmaceutica per accreditare il farmaco nel nostro Paese, un mercato ritenuto poco interessante dal punto di vista commerciale ma che conta molte vittime di tumore
infantile».

Inaccettabile, per il PS, anche la risposta burocratica fornita da Santésuisse, «che si accontenta di affermare che non conosce il caso specifico, ritenendo che la Cassa malati abbia avuto le proprie ragioni nel respingere il rimborso di un farmaco prescritto da specialisti di prim’ordine».

I socialisti puntano quindi il dito contro «il cinismo delle Casse Malati dirette da manager che ricevono stipendi spropositati». E contro la «sanità a due velocità generata dalle blacklist, di cui il Gruppo socialista in Parlamento ha chiesto l’eliminazione con un’iniziativa parlamentare e che hanno causato la mancata cura di una persona ammalata di AIDS in seguito deceduta».

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