Tensione in Val Colla, nell’estremo lembo di Città: «Zanzare, mosche e tafani non si può uscire in giardino». La replica: «Il pollaio c’è sempre stato con l’accordo del vecchio Comune»
INSONE - Meglio l’uovo o la gallina? Un detto che a Insone, profonda Val Colla ma territorio di Lugano, rinvia alla guerra di vicinato che infiamma via “Camp dara Vena”. Da una parte Loris e Marita Gamba, marito e moglie (lei originaria del villaggio) e il loro pollaio che rappresenterebbe un’importante fonte d’introiti per l’azienda agricola del figlio ventenne, Davide; dall’altra chi abita lì vicino e si dice esasperato dagli odori dei pennuti e contesta la presenza di un’attività agricola sviluppatasi in zona residenziale. In evidente contrasto, ma l'Ufficio tecnico di Lugano non dà informazioni sul caso specifico e anche sul tema in generale, con quanto stabilisce il Piano regolatore di Lugano.
Campagna o città? - Una vicenda che sta facendo scorrere inchiostro - vedi qui sotto l’interrogazione della consigliera comunale e deputata Sara Beretta Piccoli e del consigliere comunale Stefano Gilardi - e molta bile tra gli abitanti della stradina. Ma anche un caso che mostra quali frizioni possano innescarsi tra il mondo agricolo e quello cittadino. Tra le consuetudini passate e quelle presenti. «Il pollaio esiste da una decina di anni e noi viviamo qui da oltre venti - racconta Loris Gamba -. Le autorità del vecchio Comune di Valcolla ci dissero che non serviva un permesso scritto per tenere le galline. Ma bastava il consenso dei vicini. Che c’era. Una di loro all’inizio ci comprava addirittura le uova, 500 all’anno».
Zanzare e tafani: un tormento - Un’armonia confermata da Giovanna Ponti, la vicina, che vive col marito in una casa a confine: «All’inizio abbiamo tollerato. Tenevano solo 4-5 galline. Poi sono arrivati la chioccia e i galli e si sono aggiunte le oche». Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la posa della vasca per queste ultime: «Zanzare, tafani e mosche, in giardino oltre alla puzza arriva di tutto. Stare all’aperto è diventato impossibile. Non si può fare i contadini in una zona abitativa».
Il mega-pollaio - Oggi si guardano in cagnesco e la lite ormai ha raggiunto l’Ufficio tecnico della Città. La famiglia di contadini, lo scorso autunno, ha inoltrato domanda di costruzione per spostare e costruire un nuovo, più grande, pollaio nel terreno sottostante la casa. Oltre la recinzione e sul limitare del bosco. Il progetto è fermo, contrastato dalle opposizioni dei vicini. «Un pollaio per cento galline! Mentre non ce ne potrebbe stare nemmeno una» commenta la Ponti. Ma Gamba ribatte: «Ci hanno fotografati anche col drone per sostenere la loro tesi e hanno allegato all’opposizione anche la foto di una catasta di tronchi fuori casa per accusarci di vendere legname qui. Ma è un’attività che svolge mio figlio nell’azienda fuori paese. E la foto della legna, presa da Google Street View, è vecchia di 6 anni».
Il sonno del gallo - Gli attacchi alla loro attività avicola in zona abitativa («è una zona residenziale R3 ma le case sono poco fitte» sostengono i Gamba) vengono da loro vissuti come un’ingiustizia. «Non bastavano le volpi e i falchi, siamo assediati anche dai vicini» dice il marito, mostrando la rete di protezione: «Abbiamo anche acquistato un filtro per l’acqua nella vasca delle oche e mio figlio ha comprato una lampada ad ultravioletti contro le zanzare». Nella contesa è finito anche il gallo che, per evitare canti mattutini, dorme al chiuso sotto casa. «Ci hanno accusati anche di maltrattare gli animali ma sono falsità» conclude Loris Gamba, mostrando il rapporto d’ispezione dell’azienda, datato 5 aprile 2018 e firmato dalla Sezione dell’agricoltura, dove si legge: «Durante il controllo non sono state riscontrate lacune».
Per chi parteggiare?
Predicare bene e “razzolare” male?
Il pollaio di Insone è stato oggetto ieri di un'interrogazione dei consiglieri comunali di Lugano Sara Beretta Piccoli (PPD e GG) e Stefano Gilardi (Lega). Qui di seguito il loro testo, intitolato, "Predicare bene, allora non lasciare 'razzolare'!":
Recentemente il Municipio ha lanciato una campagna sulla riscoperta della cortesia. Nel suo comunicato stampa viene ribadito che: Dietro questi fenomeni sgradevoli legati alla nostra vita nello spazio pubblico c’è un denominatore comune: la mancanza di gentilezza. O, per meglio dire, mancanza di cortesia nell’accezione originaria del termine, quella “virtù che permette la buona vita”, un tempo a corte, oggi nella società civile. Parlare di cortesia può sembrare antiquato. Quando però riceviamo una multa, un richiamo, una lamentela o quando siamo vittime della noncuranza altrui, il tema diventa attuale.
Questi principi dovrebbero valere tanto per lo spazio pubblico, tanto per quello privato. Rumori molesti, odori sgradevoli, e non rispetto delle regole dovrebbero essere evitati o per lo meno impediti da parte dell’autorità. Non è però quello che avviene a Insone (quartiere di Lugano) dove, da oltre un anno, vi è un pollaio illegale in zona residenziale, con oltre 30 galline, 3 galli e diverse rumorose oche. Inoltre, vi è una vasca d’acqua per gli stessi, che permette la forte proliferazione di insetti, e zanzare, oltre a puzze insopportabili, che impediscono una normale convivenza tra vicini.
La noncuranza e le lungaggini nel ripristino di una situazione di legalità, stanno portando i vicini, che hanno più volte, in svariati modi richiesto un intervento da parte delle autorità, senza successo, al limite della sopportazione.
Si può immaginare che se, ad esempio, a Molino Nuovo o in Piazza Riforma, qualcuno decidesse di tenere tutti questi animali, verrebbe probabilmente fatto celermente sgomberare!
Fatte queste premesse e per le facoltà concesse, chiediamo al Lodevole Municipio:
1) Per quale motivo a Insone, quartiere di Lugano, persiste l’esistenza di un pollaio illegale in zona residenziale?
2) Per quanto ancora i vicini di casa resteranno vittime della noncuranza del Municipio?
3) I proprietari del pollaio hanno una fattoria ad alcuni chilometri di distanza dal centro abitato, per quale motivo non si richiede il trasferimento dei polli in quel luogo?
4) Chi verifica che gli animali in questione abbiano sufficiente spazio e vengano accuditi in modo consono fino al trasferimento in un terreno preposto adeguato?
5) Le vasche d’acqua adibite a bagno per le oche, permettono il celere proliferare di insetti e zanzare! Considerando che il Cantone ha promosso una campagna per evitare la riproduzione di questi insetti, per quale motivo non si procede alla rimozione di tale impianto?
Sara Beretta Piccoli (PPD e GG) e Stefano Gilardi (Lega)