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Ma che bel castello: così il Visconteo si rifà il look

LOCARNOMa che bel castello: così il Visconteo si rifà il look

05.04.18 - 20:34
L’archivista Rodolfo Huber racconta come lo storico edificio cambierà volto. E il Municipio recita il “mea culpa”: «Avevamo dimenticato questo patrimonio»
Tio.ch/20 minuti - Davide Giordano
Ma che bel castello: così il Visconteo si rifà il look
L’archivista Rodolfo Huber racconta come lo storico edificio cambierà volto. E il Municipio recita il “mea culpa”: «Avevamo dimenticato questo patrimonio»

LOCARNO – Il Castello Visconteo di Locarno è pronto a rifarsi il look. Attraverso un risanamento a tappe e un credito complessivo stimato attorno ai quindici milioni di franchi. Un rilancio in chiave espositiva, turistica e culturale in cui la Città, in primis il capo del Dicastero Cultura, Giuseppe Cotti, crede molto. Anche perché negli ultimi anni la struttura, costruita nel tredicesimo secolo dalla famiglia Visconti, è stata più volte accostata a situazioni di degrado. Alcuni spazi del castello erano, infatti, diventati un punto di ritrovo per persone con problemi di dipendenze.

Più integrato nel contesto urbano – Ma in pratica cosa accadrà nei prossimi anni? A spiegarlo, attraverso le immagini video, è Rodolfo Huber, storico e archivista cittadino. «Prima di tutto si deve partire dall’esterno – dice –. Il castello, attraverso varie modifiche, va contestualizzato maggiormente nell’area urbana».

La porta d’entrata – Casorella, che già si trova in una fase di restauro e sarà pronta per l’autunno, avrà un ruolo fondamentale. «Non solo sarà la sede delle collezioni d’arte della Città. Ma, simbolicamente, rappresenterà la porta d’entrata per il complesso museale, di cui farà parte anche il castello».

Vetri romani multimediali – Nel frattempo si stanno recuperando alcuni spazi interni, finora non utilizzati. «Come quelli che dallo scorso autunno sono occupati dalla mostra sulla riforma protestante». Novità in vista anche per la collezione permanente dei vetri romani, conosciuta a livello internazionale, ma antiquata (e un po’ banale) nell’allestimento. «Saranno introdotti supporti grafici e multimediali adatti alle esigenze del pubblico moderno».

Spuntano affreschi sconosciuti – Un progetto oneroso, che necessita di un periodo che varia dai quattro agli otto anni per la sua completa realizzazione. «Nella sala in cui dagli anni ’70 è esposta la mostra sul celebre patto di Locarno abbiamo già rifatto i pavimenti. Stiamo rimontando l’esposizione. E spostando i pannelli precedenti, abbiamo scoperto una serie di affreschi e di disegni murali risalenti agli inizi del ‘900, quando il castello era ancora usato come caserma».

La primavera sarà a settembre – I tempi della politica, tuttavia, non coincidono sempre con quelli dell'arte e della cultura. Prima che i lavori di restyling veri e propri partano, ne passerà di acqua sotto i ponti. «Sono ottimista – sostiene Cotti –. Entro settembre porteremo un concorso di progettazione in consiglio comunale. È già da due anni che ci stiamo lavorando. Ora stiamo entrando nella fase operativa. Siamo pronti».

Un patrimonio dimenticato – Poi Cotti recita il “mea culpa”. A nome di tutti gli abitanti della regione. «È inutile negarlo, i Locarnesi avevano dimenticato il loro castello. Colpa un po' di tutti noi. Questa struttura rappresenta un patrimonio fondamentale per Locarno. La sua rivalorizzazione procederà di pari passo con quella di Piazza Grande e di Largo Zorzi».

Il disagio sociale – Infine, una riflessione sui problemi sociali legati al castello Visconteo. A quel manipolo di persone che quotidianamente si riuniscono davanti alla struttura. Per bere alcol, per fumare erba, per spacciare stupefacenti. «È un problema che esula dal discorso architettonico e dal progetto del castello in sé. Ma è una priorità su cui la Città si sta chinando».

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