Gli sci escursionisti notturni rappresentano un problema per chi prepara le piste di notte. Intanto, il numero di infortuni legato agli sport invernali in Svizzera resta enorme
AIROLO – «Troppi sci escursionisti notturni sottovalutano i pericoli e creano problemi al nostro lavoro». A lanciare l’appello è il responsabile conducenti battipista della stazione sciistica di Airolo. Sotto accusa, sportivi spericolati e irrispettosi. Con la pila in testa e con le pelli di foca sfidano la sorte. Al buio. Proprio mentre il gatto delle nevi sta preparando le piste. «Al di là del fatto che rovinano le piste – spiega il nostro interlocutore – c’è soprattutto un problema di sicurezza. Rischiano di urtare il veicolo, o di entrare in collisione con il cavo del verricello che ancoriamo al terreno per lavorare sui pendii con forte pendenza».
Numeri da paura – L’appello è condiviso anche da altri conduttori di gatti delle nevi, in Svizzera e all’estero. Perché gli sportivi invernali sono sempre più estremi e scriteriati. In parte, lo rivelano anche le cifre. Stando alle statistiche dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi), ogni anno sono ben 91.000 gli incidenti legati agli sport invernali in Svizzera. Considerando i 400.000 infortuni sportivi complessivi, emerge inoltre che la maggior parte dei 140 decessi annui dovuti all’attività fisica avviene in montagna.
Costi sanitari e assenze dal lavoro – «Queste cifre sono troppo alte – ammette Pascal Agostinetti, portavoce dell’upi –. E generano costi sanitari importanti, nonché assenze a volte prolungate dal posto di lavoro. Da qualche mese è in corso la campagna “Faccio sport, quindi rifletto”. Bisogna responsabilizzare chi fa attività sportiva. Sia a livello di conoscenza, sia di valutazione dei rischi».
Avventurieri senza testa – La voglia di avventura. Il desiderio di adrenalina. L’idea di trasgredire. Un’eccessiva convinzione nei propri mezzi. Tutti aspetti che spingono lo sportivo invernale (e non solo) ad andare oltre i propri limiti. È accaduto, forse, anche nel caso dei tre escursionisti feriti gravemente da una slavina lo scorso lunedì, sul Pizzo Canà, in alta Lavizzara.
La neve ora è più pesante – Drammi di fine stagione. Resi ancora più probabili dalla particolare consistenza della neve, condizionata dalle temperature in ascesa rispetto all’inverno. «In ogni caso – riprende Agostinetti – troppe volte si mira alla pratica estrema dello sport senza riflettere. Negli ultimi anni sono subentrate anche discipline nuove. E c’è davvero poca conoscenza in merito».
Il trend senza senso – Non bastavano i fuori pista. Adesso uno degli ultimi trend è appunto quello di “sfidare” il destino al buio, mentre sulle piste è appena passato (o sta passando) il gatto delle nevi. E questo mentre stazioni sciistiche come quella di Airolo offrono, comunque, ai propri clienti la possibilità di praticare questo sport in notturna, con piste sicure e appositamente messe a disposizione per lo sci escursionismo. Assurdo. Eppure accade.
Un ammonimento necessario – «Finora non ci sono stati incidenti gravi in Ticino – ammette il conduttore del gatto leventinese –. Ma siccome notiamo un aumento di chi pratica questa disciplina folle, è opportuno fare un appello». «Si tratta di ammonimenti importanti – conclude Agostinetti –. Un comportamento responsabile contribuisce sicuramente a diminuire le cifre allarmanti con cui siamo confrontati ogni inverno».