Il detective nei guai: «La mia laurea? È svizzera»

Ezio Denti è un volto noto degli show televisivi dedicati al crimine. Ma è finito nella bufera per un'inchiesta sui suoi titoli di studio
LUGANO - Si è occupato di alcuni fra i casi più scabrosi degli ultimi anni. Yara Gambirasio, Chiara Poggi, Elena Ceste. Il detective privato Ezio Denti è un volto noto delle trasmissioni Tv italiane, dove compare spesso come ospite in talk show dedicati alla cronaca nera. Nelle scorse settimane però si è ritrovato al posto dell'indagato. La Polizia cantonale ticinese si è occupata di lui su rogatoria della Procura di Bergamo, che nei suoi confronti ha aperto un'inchiesta per falsa testimonianza.
L'accusa: secondo i magistrati d'oltre confine, parlando come testimone al processo contro Massimo Bossetti (di cui è consulente per la difesa) Denti avrebbe detto il falso a proposito di una laurea conseguita in Svizzera, e avrebbe rilasciato false attestazioni sui propri titoli di studio. Non solo. Il detective privato ha aperto un sito internet (agenziainvestigativalugano.com) e sul web pubblicizza «investigazioni di ogni tipologia in tutti i cantoni della Svizzera». Peccato che non sia iscritto all'albo degli investigatori autorizzati ad esercitare in Ticino.
«Il mio studio svolge indagini a Zurigo, Bellinzona, Lugano» conferma Denti al telefono con 20minuti-tio.ch: «Lo fa però per conto di clienti italiani, quindi è tutto in regola». Per quanto riguarda la laurea, ribadisce: «Ho conseguito il titolo di ingegnere balistico a Friburgo dopo tre anni di università e 22 esami sostenuti davanti a una commissione. Sul libretto di studi c'è scritto: faculté, facoltà. Se non è una laurea questa, ne risponderà l'istituto che me l'ha data». Quest'ultimo, si badi, non è l'Università di Friburgo, bensì il meno noto Institut Technique Superieur (Its) friburghese.
Il portavoce Antonio D'Onofrio, da noi contattato, mette le cose in chiaro: «La nostra non è un'università ma un istituto privato. Non rilasciamo lauree ma attestati che in Italia non sono riconosciuti. Il signor Denti questo lo sapeva».




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