Sull'assunzione di Sergio Savoia: "Anche se licenziamo non vuol dire che non possiamo assumere e rinnovare"
COMANO - Dopo il polverone mediatico a seguito delle modalità "poco ortodosse" con le quali si è iniziato a procedere con i previsti licenziamenti in RSI, arriva il mea culpa del direttore Maurizio Canetta. "Evidentemente, considerate le reazioni e il tipo di turbamento provocato nei diretti interessati, devo e posso solo fare ammenda".
Canetta, nell'odierna puntata di Modem, ammette in buona sostanza di aver sbagliato nella modalità di agire: "Potessi tornare indietro cambierei il meccanismo adottato e il modo di di comunicarlo ai dipendenti". "Sono dentro a questa situazione - spiega -. Sento l'emozione e il turbamento, che vivo io stesso". Il direttore nega tuttavia, ancora una volta, le minacce, la scorta e la telefonata trappola, che hanno spinto il Sindacato svizzero dei massmedia a parlare di "Dipendenti trattati da delinquenti".
"C'è sicuramente un problema di approccio" - "Occorre un approccio diverso nei confronti del personale", ha sottolineato Renato Minoli, qui in veste di presidente regionale del sindacato SSM. "Siamo stati accusati di aver usato termini forti, ma rappresentano i sentimenti e lo scoramento, l'incomprensione e piccoli segnali di rabbia che personale e collaboratori toccati hanno dovuto vivere. C'è sicuramente un problema di approccio".
"E poi si assume Sergio Savoia" - Canetta difende pure la scelta, di fronte a tanti licenziamenti, di aver voluto assumere Sergio Savoia (rispondendo alla domanda fatta da molti, anche sui blog): "Non c'è azienda che anche di fronte a dei tagli, non debba comunque effettuare delle sostituzioni e rinnovare il proprio organico. Sergio Savoia va a occupare un posto che era vacante. Ci serviva una persona in quella posizione".