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Chi abita nelle case degli omicidi?

Negli Stati Uniti è obbligatorio comunicare agli acquirenti che nell'appartamento c'è stato un omicidio. In Svizzera no. Andresti a vivere in una casa in cui sono accaduti fatti cruenti?
Foto Tio/Manuel Meleleo
Chi abita nelle case degli omicidi?
Negli Stati Uniti è obbligatorio comunicare agli acquirenti che nell'appartamento c'è stato un omicidio. In Svizzera no. Andresti a vivere in una casa in cui sono accaduti fatti cruenti?
LUGANO - I recenti avvenimenti di cronaca di Massagno,  del caso Diebold a Lugano o del delitto di Via Daro a Bellinzona aprono un interrogativo: chi affitta o vende le abitazioni nelle quali tali avvenimenti si sono verificati, lo comun...

LUGANO - I recenti avvenimenti di cronaca di Massagno,  del caso Diebold a Lugano o del delitto di Via Daro a Bellinzona aprono un interrogativo: chi affitta o vende le abitazioni nelle quali tali avvenimenti si sono verificati, lo comunica ai potenziali acquirento o affittuari?

Si tratta certo di una domanda  poco rilevante rispetto alla tragedia che tali fatti provocano, ma in ogni caso interessante soprattutto se si considera che negli Stati Uniti, per legge, occorre dichiarare al momento della vendita e dell’affitto di un’abitazione, se all’interno sono avvenuti fatti cruenti, come per esempio gli omicidi.

Sono stati osservati, infatti, molti casi di persone che, anche ignari della cronaca precedente, abitando in questi locali, presentavano problemi psicologici, ansie immotivate, incubi, insonnia, mancanza di energie e depressione. La legge ha dunque recepito ciò che la scienza non riesce a spiegare.

Del resto è tradizione, quando si acquista una casa, o si inaugura un locale, farli benedire dal prete. 

Un tale obbligo di comunicazione in Svizzera e tanto meno in Ticino non esiste per i proprietari. Manuela Puggioni Butti, segretaria generale dell’Associazione Inquilini per la Svizzera Italiana spiega infatti che “In base alla legge non esiste un obbligo di informare in tal senso né l’inquilino né il nuovo proprietario”. Manuela Puggioni Butti specifica “di non avere mai avuto, almeno a mia conoscenza, dei casi di inquilini che lamentano una mancata informazione circa fatti cruenti avvenuti nell’alloggio che hanno locato”.

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