Ha preso il via questa mattina alle 9.30 il processo per l'omicidio della 36enne casalinga di Castel San Pietro. Sala gremita e massiccio interesse dei media
LUGANO - E' iniziato questa mattina alle 9.30 il processo per l'omicidio di Beatrice Sulmoni, avvenuto lo scorso 25 marzo ad Obino, frazione di Castel San Pietro. Le assise criminali di Mendrisio a Lugano dovranno decidere il destino di Marco Siciliano, il 32enne fisioterapista, marito della vittima.
Folla - Una piccola folla di giornalisti, addetti ai lavori e semplici curiosi si è assiepata nei corridoi della pretura di Lugano, per questo che è indubbiamente il processo più atteso dell'anno. La famiglia Sulmoni, costituitasi parte civile, si è presentata manifestando una comprensibile emozione. La sala in cui si svolge il dibattimento non ha potuto accogliere tutte le persone che desideravano assistere al processo, e molti sono quindi restati fuori.
Siciliano - Marco Siciliano è arrivato scortato da due agenti della Polizia. Visibilmente dimagrito rispetto alle fotografie pubblicate dalla stampa negli scorsi mesi, il 32enne è entrato nell'aula vestito in maniera molto semplice: camicia chiara e jeans.
Decreto d'accusa - Il decreto d'accusa nei suoi confronti è implacabile: tra la sera del 25 marzo 2010 e le prime ore del 26 marzo nel salotto dell'abitazione il Siciliano ha ucciso la moglie incinta "agendo con particolare mancanza di scrupoli con movente, scopo e modalità particolarmente pervese ovvero nel principale intento di eliminare per egoistico movente la moglie incinta che gli era d'intralcio a una sua nuova relazione sentimentale sia perché era incinta e sia per evitarsi le gravose conseguenze personali di relazione con il figlio L. di 7 anni ed economiche di un eventuale divorzio o separazione".
Ricostruzione - L'omicidio è stato così ricostruito: Beatrice Sulmoni è stata uccisa da Siciliano intenzionalmente. Le è stata somministrata una tisana con una massiccia dose di sonnifero, poi, mentre era distesa sul divano, il marito l'ha uccisa tappandole con le mani la bocca e il naso fino a soffocarla. Allo scopo di occultare ogni traccia del suo operato, Siciliano ha caricato il cadavere nel baule della sua Passat caravan e in seguito lo trasportava in Italia, dove lo gettava nel Lago di Como, dopo aver tentato con una sega od un coltello di decapitarlo. Nelle ore successive Siciliano cercò di depistare i parenti della moglie, preoccupati per la sua scomparsa, mandando sms con la scheda Sim della moglie. Il contenuto di questi messaggi indicava una partenza volontaria, e con essi Siciliano cercò di prendere tempo.
Corte - La corte, ricordiamo, è presieduta dalla giudice Agnese Balestra- Bianchi. Il Ministero pubblico è rappresentato dalla procuratrice generale aggiunta Rosa Item, mentre il difensore di Siciliano è l'avvocato di Chiasso Marco Frigerio. Un momento speciale per il Canton Ticino è, infine, lo stesso processo, dato che in questa forma, nel futuro, non ci sarà più. Dal 1° gennaio, infatti, entrerà in vigore il nuovo Codice Penale.
red
Foto Ticinonline Manuel Meleleo