Il dottor Donati alla gogna mediatica, il caso spiegato da un criminologo

LOCARNO - Si torna a parlare del caso Donati. Il medico è ancora piantonato al Civico di Lugano. E' accusato di violenza carnale, che sarebbe stata compiuta nei confronti della moglie, durante la vacanza in Costa Azzurra.
Su LaRegioneTicino a cercare di fare un po' d'ordine sul caso è Michel Venturelli, criminologo e consulente dellavvocato Marco Broggini nel lavoro di tutela del dottor Donati.
Donato riconosciuto estraneo ai fatti nel 2004 - Donati che nel 2004, come spiega il criminologo," fu risconosciuto estraneo ai fatti imputatigli da parte dell'accusa stessa". Fu prosciolto dall'accusa di avere aggredito la madre sul fiume Melezza e di averla ferita grevemente. "Ma su di lui non fu trovato il benché minimo riscontro oggettivo - osserva Venturelli - in un 'inchiesta a senso unico, che costrinse il nostro cliente alla gogna pubblica e a oltre 5 mesi di carcere".
Una storia insoluta - Donati fu poi riscarcito e il colpevole dell'aggressione non fu mai identificato. Una storia ancora insoluta. Ed in questa storia personale, sette anni dopo , Donati torna a far parlare di sé con un'altra accusa infamante, la violenza carnale. "Da questa sorta di “remake” nasce una grande confusione - spiega Venturelli al quotidiano - Facendo astrazione del fatto che dal primo caso Donati uscì del tutto pulito perché totalmente estraneo all’aggressione della madre, dopo questo secondo arresto il sentimento diffuso è quello secondo cui “ecco, ne ha fatta un’altra!”. Come se le due circostanze potessero essere messe in relazione".
'Donati paga la magra figura fatta dall'autorità inquirente sei anni fa' - Rimane comunque alla base la presunzione di innocenza. Venturelli su questo aspetto è dell'idea che "sembra quasi che chi ha agito in questo modo voglia far pagare al dottor Donati la magra figura fatta dall’autorità inquirente sei anni fa. Come se essere innocente sia una colpa. Questo scellerato comportamento ha avuto conseguenze devastanti per la famiglia. La presunzione d’innocenza avrebbe dovuto tutelare Donati nel 2003 ma non successe. E la stessa cosa capita ora".
Il ruolo dei media in Ticino - Venturelli spiega che in questo caso entra ancora una volta in gioco il ruolo dei media in Ticino e del loro rapporto con il Ministero pubblico, dal quale passano informazioni sensibili: "Certi canali tra inquirenti e media sono completamente fuori controllo - spiega Venturelli - e che chi li manovra non esita ad infrangere quella stessa legge che andrebbe osservata scrupolosamente anche e soprattutto da chi è chiamato ad applicarla. La violazione del segreto d’ufficio prevede una pena fino a 3 anni di carcere. Non è una bagatella. Chi la vìola in questo modo – sono passate meno di 24 ore dal momento dell’arresto alla diffusione della notizia sugli schermi della Tv di Stato – infama tutta la categoria inquirente".
Il segreto d'ufficio e un'inchiesta che finì nel nulla - Nell’agosto del 2004 come ricorda LaRegione, dopo l’ennesima fuga di notizie, l’avvocato Broggini stigmatizzò pubblicamente l’accaduto e il Consiglio di Stato chiese al Ministero pubblico l’apertura di un procedimento penale contro ignoti per violazione del segreto d’ufficio. Ma la procedura finì in una bolla di sapone. Secondo Venturelli questo caso "la dice lunga sulla capacità della giustizia ticinese di indagare su se stessa". "Mi aspetto ora - aggiunge il criminologo - che l’Esecutivo e il legislativo ticinese facciano il necessario per identificare, punire ed allontanare quelle mele marce che non rendono giustizia alla Giustizia. Questa volta il danno è enorme. Al di là dei protagonisti di questa vicenda, sono colpite anche le vittime di violenze sessuali in genere che, lo sappiamo, già di loro sono restìe a denunciare. Considerando come sono andate le cose – nomi e cognomi in prima pagina – non mi stupirei se le statistiche in futuro registreranno un calo delle denunce. Calo certamente non dovuto a una diminuzione degli abusi".
Donati malato di sindrome bipolare - Sulla posizione di Donati, Venturelli spiega che il medico "è malato da tempo di sindrome bipolare, il che gli crea degli scompensi. Di conseguenza, se violenza carnale c’è stata è verosimile che la sua capacità di intendere e di volere fosse compromessa al momento dei fatti. Comunque, dagli elementi oggi in nostro possesso non è per nulla scontato che il dottor Donati abbia effettivamente commesso il reato imputatogli o un qualsiasi altro reato".
Anche sulla decisione del Giar, che ha confermato l'arresto di Donati Venturelli spiega che "nel 2003 non solo il Giar, ma anche la Crp e il Tribunale Federale confermarono l’arresto di Riccardo Donati, e tutti sappiamo come è andata a finire. Se Donati non fosse malato, non avrebbe mai conosciuto le patrie galere. Stabilire cosa è successo spetta comunque alla titolare dell’inchiesta penale, la procuratrice pubblica Chiara Borelli".
La malattia di Donati colpisce già una decina di medici in Ticino - Sul futuro professionale di Donati poi pesa la malattia. Una malattia che "in Ticino colpisce già una decina di medici" . A me sembra - osserva ancora Venturelli - che siano soprattutto i media a preoccuparsi molto di questo aspetto. Noi siamo fiduciosi. Già nel 2003 una perizia psichiatrica evidenziava l’idoneità del dottor Donati a praticare la professione, a condizione che si sottoponesse a regolare terapia. Cosa che Donati ha fatto regolarmente, salvo poi allentare l’attenzione negli ultimi mesi".
La prognosi - Venturelli spiega sempre a LaRegione che "dopo il ritorno dalla Costa Azzurra con la famiglia e il ricovero volontario all’Onc di Mendrisio, v’era stata la stesura di un contratto terapeutico che subordinava la validità dell’autorizzazione ad esercitare la professione alla garanzia di sottostare ad un rigido controllo medico. Non c’è stato tempo di iniziare, perché prima della firma del contratto terapeutico da parte di Donati, del suo medico curante e degli altri interessati – prevista entro il 16 settembre – è giunto l’arresto e v’è stato il trasferimento al Civico".




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