Robbiani, il ricordo di Martinelli: "Quella volta, quando rimanemmo a piedi..."

Pietro Martinelli, ex consigliere di Stato, ricorda Dario Robbiani, spirato la scorsa notte all'ospedale Civico : "Un uomo che ha dimostrato coraggio"
BELLINZONA - "Una figura importante della sinistra ticinese". Definisce così Dario Robbiani Pietro Martinelli, attuale presidente dell'ATTE (Associazione Ticinese Terza Età) ed ex consigliere di Stato del Partito Socialista nel periodo in cui, a fine anni 1980 i socialisti erano rappresentati da due componenti nel Governo cantonale. L'unica volta nella storia politica della Repubblica ticinese.
"La mia frequentazione con Robbiani è stata particolare - racconta Martinelli. Da un certo punto di vista ci siamo combattuti, su fronti opposti durante gli anni del confronto PSA-PST. Dopo la sua presidenza, con la crisi delle elezioni politiche dell'83, quando il suo candidato Luca Bellinelli fu sconfitto e vinse Rossano Bervini, cominciò il suo atteggiamento critico nei confronti del PST, che sfociò nella creazione della Comunità per il Rinnovamento e l'Unificazione dei Socialisti. Questa formazione fu determinante per la mia nomina a Consigliere di Stato nel 1987. I voti della Comunità, con la congiunzione, vennero ad aggiungersi a quelli del PSA e garantirono la mia nomina in Consiglio di Stato. Senza quei voti non sarei riuscito ad essere eletto e, probabilmente, avrei lasciato la politica".
Martinelli, ricordando proprio l'apporto determinante di Robbiani durante la campagna elettorale in occasione delle elezioni cantonali del 1987, racconta un aneddoto: "Mi ricordo l'ultimo comizio prima del voto che tenemmo a Biasca. Ci andammo insieme e durante il viaggio l'auto sulla quale viaggiavamo ebbe un guasto. L'auto era ferma e scendemmo per vedere cos'era capitato. Lui mi disse che il problema stava nello spinterogeno perché quando succede qualcosa è sempre colpa dello spinterogeno. Fu divertente perché alla mia domanda se lui se ne intendesse di meccanica, mi rispose che non ne sapeva nulla, ma che, in tutti i casi avremmo avuto bisogno di una spinta. Un suo modo di sdrammatizzare anche nei momenti difficili che mi colpì".
Martinelli poi, ricorda un caso celebra nella storia della politica federale che suscitò sorpresa e tensioni nel Palazzo Federale. Nel 1984 non venne accettata la nomina di Lilian Uchtenhagen proposta dal PS al Consiglio federale e al suo posto venne eletto Otto Stich. "Robbiani era capogruppo del PSS al Consiglio Nazionale - ricorda Martinelli - ed evitò che il PS uscisse dal Consiglio federale. Il suo intervento fu determinante. Ed era proprio questa la caratteristica di Robbiani: occuparsi, in momenti delicati, di problemi determinanti proprio in quelle situazioni in cui si vivono importanti cambiamenti nel potere politico. Capiva quando le cose cambiavano, ma agiva sempre, per così dire, da protagonista esterno ai fatti. L'ho sempre ammirato per questa sua capacità, soprattutto perché lavorava in modo disinteressato. A me non ha mai chiesto favori personali, nonostante il suo aiuto per la mia elezione in Consiglio di Stato".
Martinelli poi parla di un Robbiani "che ha dimostrato coraggio". "Ha avuto una vita complicata - spiega l'ex consigliere di Stato Socialista - perché le cose le diceva senza tanti giri di parole e credeva nei valori in cui combatteva, senza tornaconti personali. Nel modo e sulla concezione di fare politica eravamo molto diversi, ma riconosco in lui la sua capacità di cavarsela sempre da solo, sapendo sempre trovare nuove strade in cui battersi e realizzarsi".
Un errore di Robbiani? "Quando aveva consigliato a Bignasca di non scendere in politica. Ammise di avere sbagliato. Non tanto perché gli piacesse la politica di Bignasca, ma per il fatto di non avere previsto il successo della Lega".
p.d'a.
Foto d'apertura: Keystone




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