Processo Barbieri, il giudice: "Facilità che lascia di stucco"
LUGANO - In aula, al processo che vede imputato Antonio Barbieri, su cui pendono di 11 capi di accusa tra cui omicidio intenzionale e tentato omicidio intenzionale per aver ucciso con un colpo di pistola nell'estate del 2008 Ersan Oezcan e ferito gravemente il fratello della vittima Aihyan si è discusso oggi del permesso di soggiorno ottenuto dal Barbieri. Una facilità che spinse le autorità cantonali a introdurre l'autocertificazione obbligatoria per i cittadini provenienti dall'Unione Europea in cui lo straniero deve segnalare i precedenti penali.
Barbieri arrivò in Ticino nel 2007. Ottenne nell'agosto di quell'anno un permesso della durata di cinque anni e della categoria G, riservata ai confinanti e ai lavoratori frontalieri grazie a un contratto di lavoro pagato 1.600 franchi lordi al mese in un negozio di sushi a Locarno. In Italia Barbieri aveva partecipato attivamente a delle rapine, tra cui una ai danni di una banca del novarese che fruttò un bottino di 86mila euro. fu condannato e grazie all'indulto fu scarcerato dal supercarcere di Avellino. Come si legge nel sito della Rsi, a oggi, Barbieri deve ancora scontare un residuo di pena di 5 ani e un mese, per il quale l'Italia ha chiesto l'estradizione.
Sul rilascio del permesso si è appurato oggi in aula che la procedura non è stata conforme, in quanto la domanda per il permesso e quella realtiva al contratto del lavoro recavano due date diverse.
Il giudice Agnese Balestra non ha mancato di commentare questo vizio di forma: "C'è stata una certa facilità e una certa superficialità. Certe cose lasciano di sasso".
Il permesso G diventò quasi un anno dopo, nella primavera del 2008, in B, per quella tipologia di stranieri considerati "dimoranti". Barbieri, infatti, presentò un contratto di affitto di un appartamento a Orselina e un contratto di lavoro.




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