Truffa milionaria ai danni di uno spagnolo, nuovi particolari

BELLINZONA - Nuovi particolari si aggiungono alla vicenda della truffa milionaria avvenuta il 26 maggio scorso a Bellinzona, e dove un cittadino spagnolo si è visto sparire la sua valigetta all'interno della quale c'erano 1,5 milioni di euro e titoli per un valore complessivo pari a 3 milioni di franchi.
Il Corriere del Ticino ritorna sulla vicenda e scrive che la truffa è avvenuta all’interno di un salottino della Società Bancaria Ticinese in piazza Collegiata 3 a Bellinzona, preso in affitto da alcune persone spacciatesi per investitori. Uno di loro si è perfino presentato come il direttore della banca.
Stando a quanto viene riportato da giornale, l'uomo era alla ricerca di finanziatori che potessero aiutarlo a condurre in porto un grosso progetto nel campo delle energie rinnovabili da concretizzare in Spagna. Si parla di un affare attorno ai 12 milioni. L'imprenditore spagnolo ci avrebbe messo 3 milioni di franchi, mentre 12 milioni li avrebbero aggiunti i finti imprenditori. Luogo dell'incontro era appunto la Società Bancaria Ticinese a Bellinzona.
L'uomo aveva preso pure delle informazioni sulla serietà della Società Bancaria Ticinese, serietà confermata dalla sua sua banca di fiducia a Ginevra. Una volta arrivato a Bellinzona, l'uomo si annuncia all'istituto di credito e viene fatto accomodare nel salottino dove lo attendono i finti investitori, i quali si fanno consegnare la valigetta con il milione e mezzo di euro e i titoli.
I finti investitori gli fanno sapere che per l'operazione di cambio è necessario spostarsi in un'altra banca. Questa volta a Lugano, e ognuno sarebbe dovuto andare con la propria auto. Quando il cittadino spagnolo arriva a Lugano, non trova traccia degli imprenditori. Torna quindi a Bellinzona, e e denuncia il caso in Magistratura. La valigetta è stata trovata vuota dopo diverse settimane. Le indagini, affidate al procuratore pubblico Arturo Garzoni, procedono - scrive ancora il giornale - con il coinvolgimento anche dell’Interpol.
Il direttore della Società Bancaria Ticinese di Bellinzona, Dionigi Resinelli, ha dichiarato al CdT che l'istituto di credito non ha nulla a che fare con la vicenda. "Ci siamo limitati - ha detto - a mettere a disposizione uno dei nostri salottini per una operazione effettuata tra privati. Operazione della quale la nostra banca è totalmente estranea".




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