'L'ora di religione obbligatoria offre gli strumenti per ampliare il sapere'
LUGANO – “La Direttiva cantonale e i Presidenti sezionali dell’AAPI (Associazione Anziani e Pensionati dell’Ocst) giudicano positivamente l’accordo raggiunto tra il DECS e la Chiesa cattolica ed evangelica riformata, a proposito della sperimentazione triennale dell’ora di religione in una trentina di classi di scuola media”. Inizia così il comunicato stampa redatto dall’AAPI che trae spunto da un documento, redatto il 14 giugno 2007, riguardo “l’insegnamento religioso nella scuola”.
Il Consiglio di Stato ticinese “aveva auspicato il coinvolgimento delle Chiese, in quanto presenza di grande interesse pubblico e garanzia di conoscenza e di esperienza per la valorizzazione della persona umana” si legge nella nota stampa che prosegue affermando che “l’aspetto qualitativo sta nell’obbligatorietà dell’ora settimanale di ‘Storia delle religioni’ gestita dal Cantone”.
L’AAPI scrive oggi che “gli eventi religiosi, come tutti gli altri, fanno la storia dei popoli, per cui, con l’obbligatorietà lo Stato attua il suo compito di offrire gli strumenti per ampliare il ‘sapere’”. L’Associazione Anziani e Pensionati dell’Ocst ritiene quindi che “solo disponendo di ampie conoscenze il cittadino potrà effettuare la propria scelta. Libero di pensare, sì, ma con una visione a trecentossessanta gradi, premessa indispensabile per favorire il dialogo e il rispetto reciproco”.
Il comunicato stampa odierno si conclude con la convinzione, espressa dall’AAPI, “che questo accordo segni l’inizio di una proficua collaborazione per la ricerca di una soluzione che tenga conto delle necessità atte a promuovere la convivenza nell’odierna società, plurietnica e plurireligiosa”.




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