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SEMENTINA

La breve latitanza di Antonio Barbieri

La breve latitanza di Antonio Barbieri
SEMENTINA - E' durata 48 ore la latitanza di Antonio Barbieri, il pluripregiudicato italiano che, martedì sera, avrebbe freddato con una pistola calibro 9 il trentenne Ersan Ozcan, e ferito gravemente il fratello della vittima. Un fatto di sang...
SEMENTINA - E' durata 48 ore la latitanza di Antonio Barbieri, il pluripregiudicato italiano che, martedì sera, avrebbe freddato con una pistola calibro 9 il trentenne Ersan Ozcan, e ferito gravemente il fratello della vittima. Un fatto di sangue che ha scosso il cantone e dalle cause scatenanti ancora tutte da chiarire. La molla che ha fatto scattare la furia omicida in Barbieri è ancora da stabilire con certezza e per ora, restano valide le prime ipotesi fornite dagli inquirenti che riferiscono di ruggini dovute a una contesa amorosa o a questioni di soldi.


Emergono altri particolari sul passato di Barbieri

Anche se chi lo vedeva al bar o scambiava due chiacchiere non avrebbe mai pensato che Barbieri sarebbe riuscito ad arrivare a tanto, oggi sul Corriere e sul Giornale del Popolo vi sono ulteriori elementi che riescono a delineare meglio e far capire la personalità di Antonio Barbieri. Nel marzo del 2000 l'uomo, (che aveva preso in affitto lo scorso aprile un appartamento in via Caselle 10 a Orselina) aveva fermato il titolare della ditta di pulizia presso cui lavorava, e picchiato fino a causargli la rottura del malleolo. "Fai attenzione, appartengo a una famiglia mafiosa" avrebbe detto al titolare della ditta. Nel mese di luglio dello stesso anno poi, Barbieri avrebbe preteso dal titolare dei soldi sotto minaccia. Il titolare gli consegnò un assegno di 10 milioni delle vecchie lire, che Barbieri chiedeva a seguito di un incidente avuto in precedenza con l'auto della ditta, durante il quale si era procurato delle lesioni. Denuncia per estorsione e una condanna a 5 anni e mezzo di prigione.

La cattura

Scattata immediatamente la caccia all'uomo, la polizia ticinese temeva lo sconfinamento del Barbieri, che invece ha trovato rifugio in un capannone dismesso di Sementina, grazie all'aiuto di complici che, stando a una serie di indiscrezioni - erano in contatto con il pregiudicato italiano ed erano intenzionati ad aiutarlo a varcare il confine e scendere la Penisola, verso lidi più sicuri. Ieri ai microfoni della RSI un agente della polizia di Verbania tendeva ad escludere che Barbieri riuscisse a trovare un nascondiglio nella provincia piemontese; troppo conosciuto nella zona, dove si era già reso protagonista di rapine, di cui una spettacolare, il 1° agosto 2003 a Trebasio, sempre nel verbanese.

I rallestramenti e i pattugliamenti a tappeto della poliza, iniziati subito dopo il fatto e che hanno interessato mezzo cantone, hanno dato i frutti sperati. Alcune decine di agenti, di vari reparti di polizia, una unità della cinofila è riuscita, dopo aver individuato il covo, a catturare Barbieri, mentre, a piedi, cercava un rifugio. Da quanto si apprende dalla polizia, il Barbieri è piantonato all'ospedale Civico di Lugano a causa di un malore.

I complici

L'inchiesta comunque non è archiviata ed entra ora in una fase delicata l'indagine della polizia cantonale che, dopo essere riuscita ad acciuffare il presunto assassino di Ersan Ozcan, ora è alla caccia dei suoi complici. Sulle indagini permane il massimo riserbo e non ci è dato sapere né la loro provenienza, né a che punto sono le indagini: "Non si vogliono compromettere gli esiti dell'inchiesta" - ci è stato detto dalla centrale.

Si attende ora di capire quali sono gli sviluppi di questo caso.

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