Sparatoria di Losone, Pedrazzini: "In futuro più fondi per la sicurezza"

BELLINZONA - Con la sparatoria di Losone si apre, ancora una volta, il problema sicurezza nel nostro cantone. Il nostro piccolo territorio, un cuneo nella Lombardia e confinante con il Piemonte, è da sempre, esposto a un bacino abitato da milioni di persone che, con gli accordi bilaterali, possono circolare liberamente in tutto il territorio dell'Unione. Compreso il nostro. Con l'indulto votato dal parlamento italiano il 29 luglio del 2006, auspicato prima da Giovanni Paolo II e poi valutato positivamente da un ampio e trasversale asse politico (da Forza Italia a Rifondazione) per permettere anche uno sfollamento di strutture carcerarie al limite del collasso, in Italia sono migliaia i beneficiari di questo provvedimento. Dal criminale al piccolo mariuolo napoletano, sono stati rimessi in libertà anche potenziali ed incalliti malviventi. A beneficiare dell'indulto è stato anche Antonio Barbieri, ormai conosciuto da tutti, il killer di Losone, che nel 2003 aveva preso parte a una rapina con tanto di passamontagna e fucile a canne mozze in spalla. Rilasciato nel 2007 dopo la condanna nel 2004 a 7 anni e 2 mesi per rapina a mano armata, Barbieri è riuscito a trovarsi un'occupazione presso un sushi bar in viale Stazione a Locarno.

Luigi Pedrazzini, consigliere di Stato a capo del Dipartimento delle Istituzioni, condivide le preoccupazioni di molti ticinesi, che, come sempre succede, dopo ogni fatto di sangue, si domandano di quanto sia sicuro il proprio territorio.

"Evidentemente, disponendo di piu funzionari, si potrebbero effettuare controlli più approfonditi. Ritengo però ingiusto trarre immediatamente delle conclusioni: non penso che il crimine di Losone possa essere messo direttamente in relazione con il permesso di soggiorno. Nel caso specifico, è un crimine che poteva accadere benissimo anche se l'autore della sparatoria non avesse avuto un permesso di dimora".

"Questo fatto lo riconosco. E' vero, e voglio esaminare con i miei collaboratori se vi sono gli spazi, nel rispetto degli accordi bilaterali, di stipulare degli accordi preventivi. Ora, nei confronti di cittadini comunitari, non può essere sistematico il controllo del casellario giudiziale all'estero".

"Dobbiamo valutare se la legge, con gli accordi, ci permette di fare dei controlli. Queste vicende devono indurre tutti noi a esaminare, approfondire e capire i problemi che ci si pongono. Sarebbe controproducente e negativo se negli accordi non fosse contemplata la possibilità di intervento, come richiederebbero queste tipologie di casi".

"Indulto o non indulto, per la sicurezza, in futuro, saremo chiamati inevitabilmente, a spendere di più".

p.d'a.