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Archivio DFE, documenti di stato sottratti? Masoni: "No, soltanto biglietti di auguri e appunti personali"

Nel giallo della sparizione dagli archivi dei documenti di direzione del DFE, il Corriere del Ticino svela i retroscena della vicenda degli incarti.
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Archivio DFE, documenti di stato sottratti? Masoni: "No, soltanto biglietti di auguri e appunti personali"
Nel giallo della sparizione dagli archivi dei documenti di direzione del DFE, il Corriere del Ticino svela i retroscena della vicenda degli incarti.
BELLINZONA - A inizio dicembre il Consiglio di Stato ha richiesto ufficialmente a Marina Masoni l'archivio di Dipartimento. Archivio che, secondo il CdT, è a disposizione dell'Esecutivo tramite la mediazione del presi...
BELLINZONA - A inizio dicembre il Consiglio di Stato ha richiesto ufficialmente a Marina Masoni l'archivio di Dipartimento. Archivio che, secondo il CdT, è a disposizione dell'Esecutivo tramite la mediazione del presidente del TRAM giudice Lorenzo Anastasi. Ma da allora - si legge - l'Esecutivo non si è fatto vivo e non ha più richiesto alcun documento.

La ricostruzione della vicenda

Il 4 dicembre scorso il Governo ha spedito una lettera a Masoni in cui si leggeva che, "in base a verifiche eseguite presso il DFE è stato accertato che nell'archivio di Direzione sono stati prelevati e quindi non sono più reperibili gli incarti delle ultime tre legislature". E poi "non vi è peraltro dubbio alcuno che questi incarti hanno essenzialmente una valenza pubblica... Situazione spiacevole perché viene pregiudicata la necessaria continuità e il coordinamento delle attività". Il Governo quindi sollecitava Masoni la consegna dei documenti entro i 10 giorni.

La risposta di Masoni

L'11 dicembre Marina Masoni ha risposto al Governo, informando contemporanemante il Tribunale cantonale amministrativo della vicenda. "Non senza sorpresa - ha scritto Masoni - che, a ben 8 mesi dalla mia mancata rielezione, prendo atto che le vostre funzioni e attività sarebbero "compromesse" da un semplice avvicendamento in Consiglio di STato. Strano poiché in passato, io e i miei rispettivi colleghi di legislatura abbiamo potuto svolgere senza intralci le nostre funzioni senza mai dover far capo alle mie scatole di archivio già fattemi recapitare a suo tempo, potendo reperire tutti gli incarti necessari e utili alle nostre funzioni sempre e regolarmente presso i servizi competenti. Ritengo peraltro che, se intralcio effettivo fvi fosse, ve ne sareste resi conto prima". Masoni quindi comunica di avere depositato al TRAM tutti gli incarti da mettere a disposizione al Governo.

Il giudice si mette a disposizione per la mediazione

A questo punto Anastasi scrive al Consiglio di Stato il 13 dicembre informando del ricorso cautelativo inoltrato da Masoni e dichiarandosi "disposto a fungere da mediatore per "dirimere la vertenza in modo pragmatico e discreto. A tal fine, porporngo un incontro tra le parti all'inizio di gennaio 2009 per definire il modo di procedere".

L'invito del giudice però, a quanto parrebbe, è rimasto inascoltato e il problema dell'archivio è riemerso durante l'ultima conferenza stampa di martedì scorso.


Masoni: L'archivio non c'era

Masoni spiega nella lettera dell'11 dicembre che nel 1995, anno della sua elezione, l'ex consigliera fu informata che non esistevano archivi di direzione del DFE e che i dossier necessari erano reperibili peresso i servizi competenti.

Marina Masoni quindi spiega che, data la situazione trovatasi, ha agito di conseguenza, continuando il suo lavoro "con ordine e regolarità, la buona consuetudine di trasmettere ogni incarto di rilievo per le attività del Dipartimento e dello Stato ai servizi competenti".

Il contenuto degli incarti

Cosa si è portata via Marina Masoni? L'ex consigliera elenca gli atti del suo archivio personale:

1) copie di incarti da lei studiati ed elaborati (annotazioni, appunti, bozze di messaggi...)

2)carte, lettere, annotazioni relative a funzioni in altri consessi (Banca Nazionale, PLRT)

3) testi di discorsi pubblici, interviste, relazioni

4) biglietti privati ricevuti per le feste nazalizie da cittadini e amici (6-7000), rispettivamente, biglietti di auguri e sostegno privati ricevuti durante la sua degenza ospedaliera, forse anche biglietti ricevuti in occasione della nascita di suo figlio.

"Dubito altresì - ha scritto Masoni - che lo Stato possa svolgere funioni di servizio pubblico basate sugli auguri natalizi e il sostegno manifestatomi da amici e cittadini nel corso degli anni".

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