Cerca e trova immobili
SVIZZERA

"Dignitas" propone eutanasia anche senza malattia terminale

Foto d'archivio
"Dignitas" propone eutanasia anche senza malattia terminale
BERNA - Ludwig Minelli, fondatore della clinica Dignitas di Zurigo, dice di voler aprire una catena di centri per l'assistenza al suicidio di persone affette da malattie anche mentali quali la depressione cronica."Non diciamo mai di no" ha detto...
BERNA - Ludwig Minelli, fondatore della clinica Dignitas di Zurigo, dice di voler aprire una catena di centri per l'assistenza al suicidio di persone affette da malattie anche mentali quali la depressione cronica.
"Non diciamo mai di no" ha detto Minelli in una intervista al Sunday Times Magazine. "Anche coloro che sono affetti da Alzheimer hanno momenti di lucidita' in cui possono decidere di voler morire quando raggiungono un certo punto, come ad esempio non poter piu' riconoscere i propri figli".
Ha aggiunto che potrebbe assistere al suicidio anche qualcuno che e' clinicamente depresso da almeno 10-12 anni, anche se non qualcuno affetto da depressione acuta ma temporanea.

Le dichiarazioni di Minelli hanno provocato le critiche degli oppositori britannici di questa pratica, i quali temono che altri cittadini possano venire nel nostro paese a  togliersi la vita.
Ma per Minelli coloro che soffrono di malattie mentali hanno gli stessi diritti di scegliere come morire di tutti coloro che sono considerati capaci. "L'idea della malattia terminale come condizione necessaria per il suicidio assistito e' una ossessione britannica. Dobbiamo creare dei consultori dove la gente puo' parlare apertamente dei problemi e ricevere consigli sui metodi ed i rischi, senza la paura di perdere la propria liberta' ed essere internati in qualche istituzione. Questi consultori possono essere credibili solo se offrono l'assistenza al suicidio".
 
Peter Saunders, segretario generale della Christian Medical Fellowship, ha detto: "Minelli non capisce che il tentativo di suicidio e' una richiesta di aiuto. Una volta che i bisogni fisici e psico-spirituali sono soddisfatti, il desiderio di suicidarsi tende a sparire. E' risibile suggerire che qualcuno con l'Alzheimer, che non puo' ricordare cosa ha detto due minuti prima, possa avere la capacita' di capire, ponderare, e prendere una decisione sul suicidio. Il potenziale per un abuso e' tremendo."
 
Da quando e' stata fondata nel 1998, Dignitas ha assistito piu' di 450 persone a suicidarsi, fra cui 42 cittadini britannici. Le autorita' britanniche non possono impedire a qualcuno di andare in Svizzera presso la Dignitas, anche se e' passibile di denuncia chi lo aiuta (fino a 14 anni di carcere).
La gran parte di coloro che si sono suicidati con l'assistenza di Dignitas era malato terminale, ma ci sono stati casi isolati di persone non affette da malattie inguaribili.

Lord Joffe, promotore di una proposta di legge sul suicidio assistito presto in discussione alla Camera dei Lords, ha detto: "Preferirei che la nuova legge potesse essere applicata anche a pazienti piu' giovani e non affetti da malattia terminale, ma che comunque soffrono moltissimo". Ha pero' aggiunto che "inizialmente questa legge dovra' essere piu' limitata".
Per Brian Iddon, parlamentare e direttore di Care Not Killing, una coalizione che si batte contro la proposta di Lord Joffe, ha detto: "Mettere persone malate di mente a morte solo perche' malate di mente e' orrendo".
Anche il gruppo che si batte per la legalizzazione dell'eutanasia in Gran Bretagna, Dignity in Dying, ha detto di non essere d'accordo con le idee di Minelli. "Stiamo portando avanti una campagna per persone che soffrono di malattie terminali e che sono mentalmente competenti", ha detto un portavoce dell'associazione. "In quel modo si puo' essere certi di non fare del male alle persone piu' vulnerabili".
 
 
🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE