L'OCST su Promeng e Socedil: "Il Ticino non è (ancora) la terra dei cachi"

LUGANO - L'Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese (OCST) prende posizione oggi in merito all'accordo di ripresa delle attività della fallita Socedil da parte della Promeng, sospettata dalla Commissione paritetica cantonale dell’industria e del genio civile ( Cpc) di essere una diramazione della prima.
La Promeng Sa ha fatto sapere durante il week-end con un comunicato stampa che non può venire confusa con la fallita Socedil e addirittura accusata di partecipare a un’operazione speculativa. La Promeng Sa ha precisato che è una ditta che sia dal punto di vista formale giuridico, che da quello operativo, è totalmente indipendente dalla fallita Socedil".
Ieri il Mattino della Domenica scriveva infatti che le due ditte sarebbero dipendenti l’una dall’altra: « Non solo i vertici aziendali delle due imprese sono composti dalle stesse persone, trasmigrate da una ditta all’altra ma avrebbero sede al medesimo indirizzo ( via Trevano 39 a Lugano)". Sulla stessa posizione anche il sindacato OCST che scrive:
"In occasione di un appalto pubblico comunale, la Promeng SA di Lugano, con una decisione confermata dal lodevole Tribunale Cantonale Amministrativo di Lugano, era stata esclusa dalla gara d’appalto con la seguente motivazione “Nell’evenienza concreta, sono dati i presupposti dell’art. 25 lett. f LCPubb, che giustificano l’esclusione della Promeng SA. Direttori della succursale di Lugano della ditta ricorrente sono infatti Francesco Salinetti e Bruno Aili, che rivestono nel contempo la carica di amministratore unico, rispettivamente direttore della Socedil SA, ditta che alla scadenza del concorso era in mora con il pagamento delle imposte alla fonte rispettivamente dei contributi PEAN. Oneri sociali, di cui il modulo d’offerta chiedeva espressamente ai concorrenti la prova dell’avvenuto pagamento secondo le modalità previste dall’art. 30 RLCPubb”. La Promeng SA di Lugano interponeva quindi ricorso di diritto pubblico al lodevole Tribunale Federale di Losanna. L’Alta Corte, sentenziando l’inammissibilità del ricorso, inoltre che: “In effetti, i due direttore della succursale luganese dell’insorgente rivestivano nel contempo la carica di amministratore unico e di direttore di un’altra impresa di costruzioni che, alla scadenza del concorso, era in mora con il pagamento delle imposte alla fonte e dei contributi previdenziali”. La sentenza del lodevole TRAM porta la data 8 settembre 2004 e la sentenza definitiva del lodevole TF è del 25 novembre 2004".
L'OCST rammenta inoltre che dopo pochi mesi - anche per ovviare a questi “fastidiosi incidenti di percorso” nelle aggiudicazioni di appalti pubblici - i due CdA si “riassestavano” allontanando dagli occhi indiscreti di tutti, ma solo nella forma, gli interessi coincidenti della Promeng SA e della Socedil SA. La Promeng SA ha continuato quindi a concorrere ad ogni ulteriore appalto pubblico e la Socedil SA - sino al recente fallimento - sospendeva il pagamento di buona parte gli oneri sociali dovuti".
Alle arroganti minacce di licenziare tutto il personale della Socedil SA rilevato dalla Promeng SA così come ai proclami di perseguire penalmente per diffamazione tutte le persone che “osano fare le pulci” all’agire delle due SA, l’OCST reagisce dichiarandosi pronta a confrontarsi con chiunque ne farà richiesta.




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