Processo "Bestie di Satana": chiesti 5 ergastoli e 26 anni di carcere
Lunga requisitoria dell'accusa: carcere a vita per Marco Zampollo, Eros Monterosso e Paolo Leoni, doppio eragistolo a Nicola Sapone e 26 anni per Elisabetta Ballarin
VARESE - Due ergastoli, con isolamento diurno, per Nicola Sapone, carcere a vita per Marco Zampollo, Eros Monterosso e Paolo Leoni, e 26 anni per Elisabetta Ballarin. Sono queste le richieste dell'accusa avanzate nella lunga requisitoria letta oggi in aula, nel Tribunale di Busto Arsizio, dal sostituto procuratore Tiziano Masini e dal pm Antonio Masini nell'ambito del processo alle cosiddette 'Bestie di Satana'. Un documento di circa 140 pagine, nel quale il pm spiega, elenca e chiarisce, punto per punto, le responsabilita' di ciascuno e i rispettivi ruoli all'interno della 'setta satanica', 'colpevole' della morte di Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta.
Il pm ha dato grande risalto alle testimonianze rese in aula e durante gli interrogatori da Andrea Volpe e Mario Maccione, che hanno raccontato la storia del gruppo e i particolari degli omicidi di Chiara Marino, Fabio Tollis, sepolti vivi il 17 gennaio del 1998, e di Mariangela Pezzotta, uccisa a badilate il 24 gennaio del 2004.
Elisabetta Ballarin era con il suo fidanzato di allora, Andrea Volpe, quel giorno del gennaio del 2004, ed ha partecipato all'omicidio insieme con Nicola Sapone. Per lei la pena richiesta e' di 23 anni per il concorso nel delitto e 3 anni per una rapina ad uno spacciatore, il giorno prima dell'omicidio.
Per lui, la 'mente' del gruppo e' stata chiesta la condanna piu' pesante: un doppio ergastolo, per la sua responsabilita' in tutti e due i fatti di sangue in cui sono state coinvolte le Bestie di Satana, che, nei fatti, si tradurra' in un isolamento diurno. L'accusa ha anche chiesto 9 anni per l'istigazione al siucidio di Andrea Bontade. Per tutti l'accusa ha chiesto le aggravanti della premeditazione, dei motivi abbietti e della crudelta'.
''Devono piangere lacrime di sangue, loro e i loro genitori - ha detto la madre di Chiara Marino, che per tutto il corso del processo e' stata presente in aula - perche' nulla e' tanto tremendo come cio' che stiamo soffrendo noi, che abbiamo solo una lapide da accarezzare, mentre loro, i genitori dei carnefici dei nostri figli, possono ancora vederli''.
Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!