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SVIZZERA

«Una Svizzera da 10 milioni? Abbiamo la clausola di salvaguardia?»

Il consigliere federale Beat Jans difende l'immigrazione come risorsa e critica l'iniziativa
20min/Dominic Forstenhauser
Fonte Ats
«Una Svizzera da 10 milioni? Abbiamo la clausola di salvaguardia?»
Il consigliere federale Beat Jans difende l'immigrazione come risorsa e critica l'iniziativa

ZURIGO - Il consigliere federale Beat Jans non vede problemi nell'immigrazione, ma unicamente sfide, nell'ambito di un fenomeno che viene ritenuto positivo per il benessere del paese. Non si cura del fatto che non trova un posto a sedere sui mezzi pubblici e contro l'iniziativa popolare "No a una Svizzera da 10 milioni" dice di avere un'ottima difesa: si chiama clausola di salvaguardia, nell'ambito degli accodi con l'Unione europea.

«Il Consiglio federale è convinto che l'iniziativa comporti grandi svantaggi per la Svizzera», afferma il 61enne in un'intervista pubblicata oggi dal Blick. «Non risolve alcun problema, anzi, ne crea di nuovi: ad esempio per voi, se un giorno vi troverete in ospedale e chiamerete invano un medico o un infermiere. Abbiamo argomenti validi per spiegare chiaramente alla popolazione i grandi rischi che comporta».

Il governo prende comunque "molto sul serio" le preoccupazioni relative alla crescita e risponde con misure concrete. «Ma non si può semplicemente inserire una cifra fissa nella Costituzione federale e pensare che così i problemi siano risolti. A volte si parla di 'dolori della crescita' perché la popolazione cresce: quando un bambino ha i dolori della crescita, non gli si dice mica '1,60 metri sono sufficienti, ora non devi crescere più'».

Intanto questa settimana il parlamento ha rinunciato a proporre un controprogetto all'iniziativa dell'UDC. «Il Consiglio federale ha un controprogetto: gli accordi bilaterali con l'Ue», argomenta l'esponente socialista. «Questi contengono una clausola di salvaguardia che regola molto meglio l'immigrazione», afferma il responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).

Proprio in relazione alla clausola di salvaguardia vanno peraltro segnalate le dichiarazioni del tedesco Andreas Schwab, presidente della delegazione del parlamento europeo che è competente per i rapporti con la Svizzera. Secondo l'esponente dell'Unione cristiano democratica (CDU) un caso concreto di applicazione della clausola "potrebbe verificarsi, ad esempio, se nell'area metropolitana di Basilea il tasso di disoccupazione fra i piastrellisti dovesse improvvisamente aumentare in modo significativo", ha spiegato alla NZZ am Sonntag. «È forse difficile stabilire una soglia precisa, ma direi che dovrebbe essere superiore al 50%», ha sostenuto, aggiungendo che «realisticamente non è prevedibile che ciò avvenga nei prossimi vent'anni».

Secondo Jans il Consiglio federale ha però deciso altre misure di accompagnamento, ad esempio nell'ambito dell'edilizia abitativa, dell'asilo o del mercato del lavoro. «Il parlamento può ampliare queste misure in qualsiasi momento: non dobbiamo aspettare che la Svizzera raggiunga i 9,5 o 10 milioni di abitanti». A suo dire tali provvedimenti portano risultati concreti.

«Ad esempio, ci assicuriamo che i lavoratori anziani ritrovino un impiego. L'iniziativa, invece, non offre nulla per impedire il superamento della soglia dei 10 milioni. Causa solo problemi, anche con il nostro partner più importante, l'Ue». Pure contro l'aumento del costo dell'alloggio nei centri, la soluzione «non sta nella limitazione arbitraria dell'immigrazione: spetta ai cantoni e ai comuni trovarla», creando aree di abitazioni a prezzi accessibili.

Quindi - chiedono i giornalisti del Blick - non vi sono conseguenze negative dell'immigrazione? «Se la popolazione cresce troppo rapidamente e non ci si può adeguare a questo cambiamento possono sorgere delle sfide», risponde l'ex consigliere di stato di Basilea Città. «La crescita demografica ha aggravato alcuni problemi, ad esempio nel settore abitativo. Indubbiamente ci sono sfide da affrontare, ma possiamo risolverle. Inserire un numero fisso nella Costituzione non serve però a nulla: significa chiudere gli occhi davanti alla realtà».

«L'immigrazione ci porta vantaggi perché crea benessere», sostiene il laureato in scienze ambientali al Politecnico federale di Zurigo. "La Svizzera è uno dei paesi più ricchi, innovativi e pacifici al mondo. Non dovremmo mettere tutto questo a rischio, soprattutto noi che siamo una società che invecchia e ha sempre meno bambini. Il 72% dei medici viene dall'estero: è solo grazie all'immigrazione che possiamo mantenere il nostro sistema sanitario. E l'immigrazione sostiene anche le nostre assicurazioni sociali".

I sostenitori dell'iniziativa - ricordano i cronisti - citano spesso lo stress da densità demografica. «Sì, il Consiglio federale prende sul serio questa sensazione. Per questo motivo sta ampliando le stazioni, la rete ferroviaria e anche le strade. Personalmente vivo in uno dei quartieri più densamente popolati della Svizzera, il quartiere Matthäus di Basilea. Abbiamo cresciuto lì i nostri figli e ci troviamo bene». E ancora: «Quando il lunedì mattina vado alla stazione e il venerdì sera torno a casa, quasi sempre viaggio in tram. Ma questo non mi dà fastidio», spiega ai reporter della testata zurighese, che da parte loro non rilanciano la questione facendo presente la differenza fra un viaggio in treno Berna-Basilea in prima o seconda classe.

Ma in ultima analisi, quanti abitanti può accogliere la Svizzera? «La questione non è quante persone vivono qui, bensì come si organizza il paese», conclude l'intervistato.

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