La Radio FM è salva: in onda almeno fino al 2031

La decisione degli Stati: «L'abbandono incoraggerebbe gli ascoltatori svizzeri a rivolgersi alle stazioni all'estero, soprattutto quelli romandi e ticinesi»
La decisione degli Stati: «L'abbandono incoraggerebbe gli ascoltatori svizzeri a rivolgersi alle stazioni all'estero, soprattutto quelli romandi e ticinesi»
BERNA - Le emittenti radiofoniche in Svizzera potranno trasmettere i loro programmi via FM anche oltre il 2026. Dopo il Consiglio nazionale in settembre, oggi anche il Consiglio degli Stati ha approvato una mozione in tal senso (con 21 voti contro 18 e 5 astenuti).
In base alla mozione il passaggio obbligato dai canali FM a quelli DAB+ a seguito dello spegnimento deciso dalla Confederazione nel 2023 non è accettabile e deve essere sostituito da una proroga della trasmissione FM. L'abbandono delle frequenze FM metterebbe a rischio le radio private e incoraggerebbe gli ascoltatori svizzeri a rivolgersi alle stazioni all'estero, soprattutto quelli romandi e ticinesi.
Una nuova gara pubblica potrebbe pure generare ulteriori entrate, viene affermato nella mozione. Il termine per la disattivazione dovrebbe essere rinviato almeno fino alla fine del 2031 e stabilito d'intesa con le emittenti private.
L'atto parlamentare è ora trasmesso al Consiglio federale, che dovrà attuarlo.
Radio private gioiscono - L'associazione svizzera delle radio private (ASRP) gioisce per il mantenimento delle trasmissioni via FM anche oltre il 2026, deciso oggi dal Parlamento. In questo modo vi sono le necessarie garanzie per pianificare il futuro.
La politica ha osservato l'evoluzione delle cose dopo l'abbandono dell'FM da parte della SSR e ha preso la situazione sul serio, scrive l'associazione in un comunicato odierno.
Dallo spegnimento, i programmi della SSR hanno registrato un calo massiccio degli ascolti, fino al 49%. Inoltre, secondo l'ASRP, oltre 100'000 ascoltatori sono passati a programmi FM esteri.
L'associazione valuta in maniera particolarmente positiva il fatto che il Consiglio degli Stati abbia tenuto conto delle conseguenze finanziarie: un calo degli ascoltatori avrebbe portato a una discesa degli introiti pubblicitari, con rischi per l'esistenza stessa di alcune realtà.
Le radio regionali sostengono ancora un futuro digitale delle trasmissioni. Serve però una ragionevole fase di transizione, ha sottolineato l'ASRP.
La SSR non si sbilancia - La SSR-SRG non si sbilancia ancora su un possibile ritorno delle trasmissioni radio in FM (UKW) dopo le decisioni odierne del Parlamento. Secondo l'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), tuttavia, un'eventuale inversione di rotta non sarebbe né semplice né immediata.
«Se dovessero cambiare le condizioni quadro dovremo procedere a una nuova analisi della situazione», ha dichiarato la SSR, citata dall'emittente svizzerotedesca Radio SRF. Un ritorno immediato delle trasmissioni SSR sulle onde FM è però attualmente impossibile: l'UFCOM ha confermato che «una concessione FM, una volta restituita, non può essere ripresa», come previsto espressamente dalle concessioni stesse.
Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi una mozione che consente alle emittenti radio di continuare a trasmettere via FM anche oltre il 2026. Di conseguenza, le nuove concessioni verosimilmente verranno assegnate a partire dal 2027: per la SSR significherebbe almeno un anno di attesa prima di poter eventualmente riattivare le onde FM. L'UFCOM lascia tuttavia intravvedere uno spiraglio: in caso di richiesta formale da parte della SSR-SRG, l'Ufficio valuterebbe la possibilità di concedere un'eccezione.
La SSR per ora non si sbilancia. Rinunciando alle trasmissioni FM l'azienda risparmia circa 15 milioni di franchi l'anno, ha ricordato la direzione a Radio SRF. «Reintrodurre l'FM significherebbe spendere molto denaro, in un periodo di risparmi, per una tecnologia in fase di dismissione invece che per i nostri programmi».
La SSR aveva deciso di abbandonare la FM già a partire dall'inizio del 2025, nonostante il Consiglio federale avesse prorogato le concessioni fino a fine 2026.




