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SVIZZERACombattere la prostituzione rendendo illegale beneficiarne

30.05.22 - 23:00
Una mozione chiede d'introdurre anche in Svizzera il modello svedese, multando i clienti delle prostitute.
TAMEDIA
Fonte 20Minuten/Claudia Blumer
Combattere la prostituzione rendendo illegale beneficiarne
Una mozione chiede d'introdurre anche in Svizzera il modello svedese, multando i clienti delle prostitute.
La proposta trova sostegno sia a destra, sia a sinistra. Ma fra chi teme più violenza e chi ritiene che molte donne si prostituiscano volontariamente, fatica a fare l'unanimità.

BERNA - Lo scorso weekend circa 7'000 persone sono scese in piazza a Madrid a manifestare contro la prostituzione. Una protesta nata dopo la decisione parlamentare di vietare la pubblicità per la prostituzione, ma che secondo gli attivisti non va abbastanza lontano. Il divieto di prostituzione o di acquisti di prestazioni sessuali è un tema d'attualità anche in Svizzera. La consigliera nazionale del Partito evangelico svizzero Marianne Streiff-Feller ha infatti chiesto l'introduzione del divieto sulla base del modello svedese, in vigore dal 1999. In poche parole, Streiff-Feller vuole che siano i clienti a essere puniti, non le lavoratrici del sesso. 

La mozione è all'ordine del giorno del Consiglio nazionale e verrà affrontata durante la sessione estiva delle Camere. «Non c'è praticamente mai prostituzione senza coercizione», sostiene Marianne Streiff-Feller. Poco importa se l’input a prostituirsi arrivi da un magnaccia, da un clan, del partner o semplicemente da difficoltà sociali. «Gli studi mostrano che l'80% delle donne cambierebbe immediatamente vita se ne avesse l'opportunità».

La mozione trova sostegno sia a sinistra, sia a destra. Ma fatica a raggiungere la maggioranza di consensi e infatti anche il Consiglio federale propone di respingerla. Tra gli altri, hanno firmato Andrea Geissbühler (UDC), Ursula Schneider-Schuettel (PS), Laurent Wehrli (PLR) e Stefan Müller-Altermatt (Alleanza del Centro). Proprio quest'ultimo sottolinea come «la prostituzione sia semplicemente anacronistica». «Non esiste che si possa comprare una donna», tuona il consigliere nazionale solettese. Riguardo i diritti umani e il libero arbitrio, «nella stragrande maggioranza dei casi, le donne vengono vendute contro la loro volontà».

La rete nazionale per la difesa degli interessi dei lavoratori/trici del sesso in Svizzera ProCoRe (Prostitution Collective Reflexion), che rappresenta 26 centri di consulenza in tutta la Svizzera, vede però le cose in modo molto diverso. «Un divieto sarebbe un enorme indebolimento delle prostitute in Svizzera e un disastro per la salute pubblica», afferma Shirine Dahan, ricercatrice associata. Se i clienti fossero puniti, la prostituzione avverrebbe in segreto e illegalmente. «Ciò significa che le lavoratrici del sesso sarebbero più esposte violenza e pericoli».

Per l'organizzazione occorre inoltre distinguere tra lo sfruttamento sessuale, che va evidentemente combattuto, e le "semplici" prestazioni sessuali. «Ci sono alcune donne che potrebbero lavorare come avvocato o insegnante, ma preferiscono lavorare nel commercio del sesso». La grande maggioranza in realtà non ha molte opzioni, ma prende comunque la decisione volontariamente, ad esempio a causa di vantaggi come orari di lavoro flessibili o salari elevati. Può essere il caso di un’impiegata d'ufficio che guadagna di più come prostituta.

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