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SVIZZERA

160 posti di lavoro a rischio per UPC

Si tratta del 10% della forza lavoro complessiva.
KEYSTONE
UPC taglierà il 10% della sua forza lavoro.
Fonte Ats Awp
160 posti di lavoro a rischio per UPC
Si tratta del 10% della forza lavoro complessiva.
ZURIGO - UPC ha in programma di tagliare il 10% della sua forza lavoro. Il più grande operatore di rete via cavo rinuncerà a 160 posti di lavoro su complessivi 1600. Lo ha dichiarato venerdì un portavoce dell'azienda, confermando...

ZURIGO - UPC ha in programma di tagliare il 10% della sua forza lavoro.

Il più grande operatore di rete via cavo rinuncerà a 160 posti di lavoro su complessivi 1600. Lo ha dichiarato venerdì un portavoce dell'azienda, confermando all'agenzia stampa Keystone-Ats alcune indiscrezioni circolate sui media e in particolare su "Inside Paradeplatz".

Questa mattina la portavoce Stephanie Niggli aveva dichiarato a 20 Minuten che «UPC non potrà evitare dei licenziamenti». Il sindacato Syndicom, riferisce sempre 20 Minuten, ha già pronto un piano sociale. 

I tagli, a quanto si apprende, riguarderanno vari settori e livelli dell'azienda. La riduzione della forza lavoro avverrà in parte secondo «fluttuazioni naturali e misure come trasferimenti interni e prepensionamenti, ove possibile», ha spiegato Niggli. UPC «farò ogni sforzo» per contenere al minimo il numero dei licenziamenti. I dettagli della ristrutturazione saranno comunicati a fine aprile.

UPC soffre la concorrenza - Particolarmente forte nel settore via cavo, UPC è da tempo in perdita di velocità per la concorrenza degli altri operatori. L'anno scorso il fatturato si è contratto del 3,5% a 1,25 miliardi di franchi. Il numero di abbonati è continuato a scendere (-68'000), anche se in modo meno marcato dell'anno prima (-153'000).

Come noto lo scorso novembre l'operatore telecom Sunrise aveva definitivamente rinunciato al suo progetto di acquisizione di UPC Svizzera, dopo che gli azionisti avevano mostrato opposizione all'operazione da 6,3 miliardi di franchi. Proprietario dell'ex Cablecom è rimasto quindi il gruppo americano Liberty Global.

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