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TRUFFE

Famiglia truffata con il codice QR: prosciugati tutti i conti

I truffatori hanno utilizzato un codice QR per accedere a quattro conti di famiglia, inclusi quelli delle figlie: sottratti 22.000 franchi in pochissimo tempo
privato
I truffatori hanno prelevato circa 22.000 franchi svizzeri dalla famiglia S. tramite e-banking.
Famiglia truffata con il codice QR: prosciugati tutti i conti
I truffatori hanno utilizzato un codice QR per accedere a quattro conti di famiglia, inclusi quelli delle figlie: sottratti 22.000 franchi in pochissimo tempo

ZURIGO - Un codice QR per truffare e prelevare 22 mila franchi dai conti della famiglia di una madre 36enne. Accade poco prima di Natale, quando M.S.* decide di vendere alcuni vecchi vestiti delle sue due figlie su Facebook Marketplace.

Qualche spicciolo in più può far comodo, specialmente sotto le feste. Un interessato la contatta e si pattuisce così la somma di 37,50 franchi, tanto che il compratore chiede la possibilità di pagare tramite la banca online "Revolut". Ma poiché M. non ha esperienza con questo metodo di pagamento, l'acquirente si offre di farla contattare da una persona di "Revolut", per spiegarle meglio come procedere.

Ecco che il giorno successivo, un uomo che sostiene di essere un dipendente di "Revolut" la contatta telefonicamente via WhatsApp. Le dice di accedere normalmente al suo e-banking e di scansionare un codice QR che le avrebbe inviato via WhatsApp. Questo - secondo quanto spiegato dal sedicente professionista - avrebbe permesso a "Revolut" di effettuare il trasferimento. Il pagamento in arrivo sarebbe stato poi confermato tramite l'app Access.

IMAGO/onemorepictureM.S.* ha confermato una presunta ricevuta di pagamento, ma in realtà si trattava di un addebito. (immagine simbolica)

Poco dopo, sul cellulare di M. compare un messaggio: «Ricevuta di pagamento di 37,50 franchi». Mentre cucinava, completamente distratta, la mamma "venditrice" conferma la richiesta di ricevuta. Poi arriva quel «mi dispiace, evidentemente qualcosa non ha funzionato», pronunciato dall'uomo al telefono. E così parte un nuovo messaggio. M. conferma di nuovo, e poi ancora e ancora finché poi dall'altra parte del telefono il falso dipendente di "Revolut" dice che è tutto ok.

Un dipendente di UBS riconosce la frodeLa donna mette così via il cellulare e si occupa del pranzo delle figlie: «Avevo ancora una sensazione di disagio», racconta. Così, circa un'ora dopo vuole accertarsi che il credito fosse stato effettivamente accreditato sul suo conto, ma così non era. Decide quindi di contattare UBS.

20min/Michael ScherrerIl dipendente di UBS ha riconosciuto immediatamente che i truffatori avevano avuto accesso ai conti di M.. (immagine simbolica)

Il dipendente della banca riconosce immediatamente la frode: «Sono stati prelevati circa 22.000 franchi». In particolare sono stati colpiti il conto privato e il conto di famiglia di M. e i due conti di risparmio delle figlie. I truffatori hanno prima prelevato 37,50 franchi da tutti e quattro i conti e poi circa 4.000 franchi a più riprese, spiega la 36enne. Il denaro è stato poi immediatamente trasferito all'estero. Quanto alla possibilità di recuperare il maltolto, il dipendente di UBS spiega che le possibilità di restituzione sono molto scarse.

L'esatto contesto tecnico della truffa è difficile da determinare, afferma l'esperto di sicurezza informatica Marc Ruef. Ma in questo caso, il codice QR ha probabilmente consentito ai truffatori di accedere all'e-banking di M.

«La vedo come una vulnerabilità della sicurezza»Oltre alla preoccupazione, la 36enne è ora anche perseguitata da un senso di vergogna: «So che è colpa mia». A M. non è restato che presentare una denuncia contro ignoti. E nonostante che alcuni nomi e indirizzi riconducibili a Francia, Italia e Svizzera fossero successivamente presenti negli estratti conto di M., la polizia non è stata in grado di aiutarla.

privatoNonostante i nomi e gli indirizzi dei presunti truffatori sugli estratti conto di M., la polizia non è in grado di aiutarla.

«Sono molto arrabbiata con me stessa, ma anche con UBS», dice M. «Il fatto che i truffatori siano riusciti nel loro intento è una violazione della sicurezza». Negli ultimi due mesi, la famiglia - ora in difficoltà finanziarie - si è tenuta a galla con i soldi rimasti sul conto privato del padre del marito della donna. Ma sono stati anche venduti oggetti di casa per pagare le bollette.

UBS non commenta il casoDopo una richiesta di informazioni, UBS preferisce non commentare casi specifici. La Banca stessa consiglia in genere ai propri clienti di fare attenzione ai messaggi di testo o alle telefonate e di non scansionare codici QR sconosciuti.

Ma la cosa che più brucia adesso alla donna è che, ad essere prosciugati sono stati anche i conti di risparmio delle sue figlie. «Non è affatto colpa loro. Io e mio marito vogliamo per prima cosa rimborsare i soldi dei bambini».

* Nome noto alla redazione

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