«Nel sesso non esiste il filtro Instagram»

Ecco come la Gen Z sta riscrivendo amore, relazioni e intimità,
ZURIGO - Avere un fidanzato oggi è imbarazzante? La provocazione lanciata dalla giornalista di Vogue Chanté Joseph ha acceso un dibattito diventato virale. Secondo il ricercatore Simon Schnetzer, intervistato dal Blick, la realtà è però più complessa di così.
Non è tanto la relazione in sé a creare disagio, quanto l’esposizione costante al giudizio online. Ogni partner, infatti, viene “controllato” sui social e l’opinione del gruppo di amici è fortemente influenzata da ciò che appare sugli schermi. Scegliere qualcuno, oggi, richiede una dose di sicurezza personale molto più alta rispetto al passato.
Il ritorno del modello tradizionale - In questo panorama convivono modelli di relazione apparentemente opposti. Da un lato, su TikTok, le giovani “tradwives” (mogli tradizionali) idealizzano uno stile di vita ispirato agli anni Cinquanta; dall’altro, molte ragazze rivendicano indipendenza e fluidità. Schnetzer invita però a non confondere nostalgia e ritorno ai ruoli tradizionali: più che un’attrazione per il maschilismo, questa tendenza riflette il desiderio di un’esistenza percepita come più semplice rispetto a quella attuale, segnata da complessità e incertezze.
Non esiste più un mainstream, ma la visibilità e totale - Le analisi sulla Gen Z risultano spesso contraddittorie proprio perché, per la prima volta, non esiste un vero mainstream. I giovani hanno a disposizione una molteplicità di identità e comunità in cui riconoscersi. Qualunque scelta facciano, troveranno una “bolla” che li accoglie. Il rovescio della medaglia è una visibilità totale: ogni aspetto dell’essere viene osservato e giudicato, alimentando la paura di sbagliare immagine e di esporsi alle critiche. Nascono così quelli che Schnetzer definisce “bubble-mainstream”, micro-universi paralleli che convivono senza incontrarsi davvero.
Anche la presunta spaccatura politica tra uomini e donne incide sulle relazioni meno di quanto si pensi. Sebbene la polarizzazione sia una delle grandi preoccupazioni della Gen Z, le possibilità di incontro restano ampie all’interno di ogni area ideologica. Piuttosto, la ricerca giovanile punta a costruire ponti e a favorire il dialogo, per evitare che le divisioni diventino barriere insormontabili.
Sessualità: cambia tutto - Sul piano della sessualità, invece, il cambiamento è netto. La Gen Z fa meno sesso rispetto ai Millennials e rifiuta sempre più spesso i rapporti occasionali. Il motivo? «Nel sesso non esiste il filtro Instagram», spiega l'esperta. In un’epoca di bodyshaming e perfezione artificiale, l’intimità espone a una vulnerabilità totale. La vicinanza fisica richiede fiducia, e costruirla è difficile quando l’insicurezza sul proprio corpo è costantemente alimentata dai social.
Relazioni indefinite - Da qui nascono anche le situationships: relazioni indefinite, senza etichette. Non tanto una fuga dalle responsabilità, quanto la difficoltà di prendere decisioni definitive in un mondo che offre infinite alternative e la costante paura di perdersi qualcosa. Lo stesso vale per matrimonio e figli, sempre meno centrali nei progetti di vita di molti giovani, schiacciati da crisi economiche e ansie per il futuro.
Romantici con l'IA - In questo contesto si inserisce anche la sorprendente apertura verso la romanticità con l’intelligenza artificiale. I chatbot offrono disponibilità totale, assenza di giudizio e anonimato. Ma la vera sfida, avverte Schnetzer, sarà non rinunciare al valore dell’interazione umana: uscire dalla comfort zone, accettare il rifiuto e imparare che essere respinti non significa non valere. Per la Gen Z, crescere significherà forse proprio questo: scegliere la complessità delle relazioni reali invece della semplicità di una macchina.



