I tagli del Parlamento rischiano di far slittare l'e-ID

La misura di risparmio è stata approvata, ma molti non avrebbero capito che l'identità elettronica sarebbe stata toccata
BERNA - La voce di bilancio suona poco spettacolare: "Tagli alle spese per il personale dell’Ufficio federale di giustizia, -1,7 milioni", si legge nella documentazione del Consiglio nazionale. Ma dietro c’è più di quanto sembri a prima vista: il denaro sarebbe necessario per far sì che l’e-ID, recentemente approvata a stretta maggioranza dal popolo, sia pronta per la produzione in serie entro l’autunno 2026, come previsto.Se i fondi dovessero mancare si rischiano dei ritardi, confermano degli insider a 20 Minuten. E aggiungono: l’Ufficio federale di giustizia ha esplicitamente segnalato ai politici questa situazione. Sarah Wyss (PS/BS) conferma i possibili ritardi in un post su Instagram. «Vengono tagliati 1,7 milioni, sapendo che questi soldi sarebbero necessari per l’implementazione dell’e-ID».Tuttavia, entrambe le Camere del Parlamento hanno deciso di tagliare i fondi – e, a quanto pare, non tutti avevano compreso appieno la portata della loro decisione, afferma Jakob Stark (UDC/TG), che fino a pochi giorni fa ha presieduto la commissione finanziaria degli Stati. «Che l’introduzione dell’e-ID ne sarebbe stata toccata, probabilmente non era chiaro a tutti in questi termini».
Ritardi «incomprensibili» - Il politico finanziario e informatico Gerhard Andrey (Verdi) si è battuto attivamente per la nuova identità digitale. Sulla decisione di bilancio dice: «Se ci saranno ritardi, non è solo incomprensibile, perché c’è stata una decisione popolare favorevole all’introduzione dell’e-ID, ma è anche una scelta insensata dal punto di vista finanziario». Un ritardo, secondo lui, comporterebbe che il settore pubblico non possa beneficiare di questo servizio pubblico e risparmiare sui costi. Alla fine, un ritardo aumenterebbe solo i costi complessivi del progetto.
«Sovranità di bilancio del Parlamento» - Progetti come l’e-ID sono «sotto la sovranità di bilancio del Parlamento – e l’amministrazione deve accettarlo», dice il politico finanziario dell’UDC Lars Guggisberg. «Dubito che ci saranno davvero dei ritardi», sostiene. Se l’Ufficio federale di giustizia gestirà il progetto in maniera ottimale, si potrebbe compensare il taglio, a suo parere.
Esiste un piano B? - La decisione di risparmiare 1,7 milioni di franchi è stata presa da entrambe le Camere del Parlamento in modo unanime – quindi è piuttosto definitiva e potrebbe essere revocata solo se l’intero bilancio federale, che ammonta a oltre 80 miliardi di franchi, fosse respinto.
Ciononostante, l’Ufficio federale di giustizia, interrogato sui possibili ritardi dell’e-ID, resta evasivo: «Se il Parlamento confermerà la riduzione delle risorse di personale per il 2026 nella votazione finale, verranno immediatamente avviati i lavori per attuare le direttive per il nuovo anno». E ancora: «Non si può anticipare nulla riguardo a questi lavori e alla decisione che dovrà essere presa».
Esiste, quindi, un piano B? Il consigliere agli Stati Jakob Stark (UDC/TG) afferma: «Forse l’Ufficio federale può ancora riorganizzare qualcosa. Inoltre, il Dipartimento potrebbe coprire temporaneamente con fondi dal pool di risorse». Non è chiaro se questa sarà la strategia. Di certo c'è solo che, venerdì, il Consiglio federale ha stabilito che l'e-ID dovrà essere uno dei «temi centrali» della "Strategia digitale Svizzera 2026".



